Nessuno, ma proprio nessuno che chieda a Grillo come sta il figlio. Un motivo ci sarà…

19 Dic 2019 16:05 - di Mario Aldo Stilton
Grillo

Un silenzio che ha del prodigioso. Non c’è nessuno che domandi a Beppe Grillo del figlio. Niente. Non interessa. Lo si assale per sapere dell’incompreso Luigino, delle turbolenze del Conte2, della magnifica e progressiva alleanza giallorossa. Si vergano retroscena e conflitti più o meno gustosi. Null’altro. L’informazione informata dei fatti, glissa proprio su un fatto. Scantona. O, forse, accantona. Non c’è uno straccio di volenteroso cronista che chieda al padre padrone dei pentastellati proprio del suo attuale stato di padre. Di cosa pensi di quella denuncia di luglio, emersa a settembre e subito silenziata in concomitanza con la nascita del governo M5s-Pd. Il giornalismo investigativo che in Italia indaga su tutto, anche sul nulla pneumatico, pare non abbia voglia di occuparsene. Come non fosse accaduto nulla. Nemmeno la denuncia della presunta vittima. Roba senza dignità di notizia né di approfondimento. Come sta Ciro? Siete preoccupati, in famiglia, per quella denuncia di stupro?”. Niente. Niente microfoni, niente taccuini, niente registratori, niente smartphone. Tutto tace. 

A Grillo non si chiede

Un comico organizza -etero diretto da un guru informatico-  un esperimento social che diventa Movimento politico. Si sbraccia per più anni dai teatri alle piazze dicendo che si deve cambiare. E vince, infine, le elezioni a suon di “Vaffanculo” contro tutto e tutti. Nomina, letteralmente nomina!, centinaia di ignoti e ignote parlamentari della Repubblica. Fa il bello e cattivo tempo, detta l’agenda, forma e disfa governi. E, incredibilmente, ottiene un detonante silenzio sulla sua vita privata e quella della sua famiglia. Non è fantastico? Giornalisti e opinionisti, politologi e politici: tutto il quotidiano caravanserraglio che staziona nei talk show generalisti, tutti gli illuminati e tutti gli ottimati che pontificano dalle colonne di giornali in crisi di lettori, ma tronfi di supponenza non chiedono. Neppure un accenno, se si eccettua l’intemerata (reiterata) di Vittorio Sgarbi. Che non lo si voglia o non lo si possa non fa alcuna differenza. Il dato che colpisce è il silenzio! Nessuno è disposto a farla quella domanda: “Grillo, dicci come sta Ciro: siete preoccupati a casa?”. Niente di niente. Un unicum. E così, folgorato sulla via dell’accordo con chi pur perdendo le elezioni deve governare comunque, il guitto ottiene la sordina. Lasciato tranquillo su di un fatto privato, e che fatto!, per chiunque altro pubblico e devastante. Miracolo. Una sorta di nuovo miracolo italiano. Chissà quanto rosica Silvio Berlusconi!

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