Miur, va via un ministro e ne arrivano due (Azzolina e Manfredi): abrogato “l’uno vale uno”

28 Dic 2019 13:56 - di Michele Pezza
Azzolina

Contrordine grillini: il principio “uno vale uno” con cui hanno gabbato milioni e milioni di italiani non vale più. Lo conferma plasticamente lo sdoppiamento del Miur in ministero della Scuola e dell’Università seguito alle dimissioni di Fioramonti. Al suo posto, infatti, ora i ministri raddoppiano. Come il dado del brodo Star e le pizze dell’affamato Peppiniello di Miseria e nobiltà. Lo ha annunciato direttamente in conferenza stampa Conte nel fare i nomi della grillina Lucia Azzolina, con delega alla Scuola, e del dem Gaetano Manfredi, piazzato invece all’Università.

Una grillina alla Scuola, un dem all’Università

Una pratica da Prima Repubblica, ora inopinatamente rinverdita dai Cinquestelle (dal Pd è lecito attendersela). Ma se il nome suggerito da Zingaretti non presenta ombre quanto a competenza, trattandosi del rettore della Federico II di Napoli, quello del M5S fa storcere alquanto la bocca. La Azzolina è infatti più nota per le sue gaffe che per la sua conoscenza del mondo scolastico, nel quale pur opera. In molti ancora ricordano (ridendone) la sua strampalata idea di rendere «anonimo l’esame orale». Ovviamente, si è guardata bene dal renderne note le modalità.

Al concorso per dirigente la Azzolina prese zero in informatica

E non è tutto: la Azzolina ha anche partecipato e vinto un concorso per diventare preside. Massimo Arcangeli, presidente della Commissione per l’accesso al ruolo di dirigente scolastico che ha giudicato l’attuale sottosegretaria in una lettera a Repubblica  ha ricordato che la sottosegretaria ha preso zero in informatica. Il bello è che il concorso che l’ha incoronata dirigente scolastico lo ha vinto da parlamentare. A parti invertite, i suoi compagni di movimento non avrebbero fatto sconti al malcapitato. La sola appartenenza alla Casta degli onorevoli era di per sé sinonimo di odioso privilegio. Ma è un pregiudizio che vale solo per gli altri. A se stessi, invece, come da copione, i grillini concedono massima indulgenza. Con buona pace di insegnanti e studenti.

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