Mes, 4 ore di vertice e ancora nulla. Di Maio respinge il lodo Gualtieri. Renzi si chiama fuori

2 Dic 2019 11:00 - di Redazione
scontro sul Mes

Di Maio sul Mes, tanto rumore per nulla?

«Il meccanismo è molto semplice, da qui a quando il premier verrà in Aula e si potranno votare delle risoluzioni ci sono 10 giorni», nel frattempo c’è «l’Eurogruppo del 4 dicembre dove andrà il ministro dell’Economia, non potrà dare nessuna luce verde finché il Parlamento non si sia espresso. Poi qualcuno lo chiama rinvio, qualcuno riflessione, qualcuno lo chiama negoziato senza soluzione definitiva, per me quel che conta è che il Parlamento si pronunci. E potrà farlo intorno al 10 dicembre, prima dell’Eurosummit». «Questo pacchetto non è ancora definitivo – prosegue Di Maio – finché tutto il pacchetto non sarà chiaro, e non è nulla chiaro, non si può chiudere nessun negoziato, e noi al premier chiederemo in Parlamento che il presidente del Consiglio porti questa posizione all’eurosummit».

Italia Viva si chiama fuori: niente su cui litigare…

Intanto Italia Viva si chiama fuori, e diserta il confronto perché «noi non abbiamo nulla su cui litigare». Quindi «se la vedessero tra di loro». Copyright Matteo Renzi. Alla fine se ne esce con una nota congiunta in cui, oltre a ribadire la necessità che l’Ue segua la logica del “pacchetto”, viene messo nero su bianco che «ogni decisione sul Mes diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato. A partire dalle risoluzioni che saranno approvate l’11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo». A Gualtieri viene affidato il mandato a trattare per cambiare le cose. E Conte si limita a confermare. Lunedì «alle 13 sarò alla Camera dei deputati per un’informativa sul Mes», scrive il premier su Facebook, alla vigilia del suo intervento a Montecitorio.

 

 

 

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