M5s da barzelletta: chiede trasparenza, ma solo per Serramazzoni

21 Dic 2019 13:51 - di Giovanni Pasero

Serramazzoni è un Comune della provincia di Modena. Vanta ottomila abitanti e molti appassionati di calcio lo ricordano perché è stato sede dei ritiri estivi di Lazio, Bologna e Fiorentina. Su questo comune modenese i senatori M5s hanno condotto una battaglia di trasparenza. Tutta da ridere. Hanno lamentato, infatti, che il sindaco non avesse consentito le riprese in diretta streaming. Addirittura hanno presentato un’interrogazione parlamentare. Nell’interrogazione firmata dai senatori Mantovani, Donno, Riccardi e altri si legge, tra l’altro: “Tale divieto rischia di ledere alcuni diritti fondamentali, in primis il diritto all’informazione di cui all’articolo 21 della Costituzione”. E qui scappa la risata omerica.

“Proprio loro chiedono trasparenza”

È, in effetti, tutto molto ridicolo, considerando che proprio il M5s sulla trasparenza ha molto da farsi perdonare. Proprio al suo interno. Ricordate le dirette streaming delle consultazioni per il governo con Bersani e Renzi? All’epoca, la trasparenza veniva considerata una pre-condizione. Tutto dimenticato con i grillini al governo. Nessuno ha memoria di dirette streaming delle riunioni interne al M5s. Nessuno è mai venuto a conoscenza di che cosa dicano Di Maio, Conte e gli altri ministri durante le riunioni. Eppure sarebbe stato davvero un segnale importante. Onestà e trasparenza non solo predicate ma anche praticate. Chiedete alle Iene quanto è stato trasparente il premier Giuseppe Conte sulle sue consulenze. Chiedete a Grillo quanto è stato trasparente sulla sua situazione familiare, che vede il figlio indagato per un reato gravissimo. Chiedete a Davide Casaleggio quanto è trasparente con la piattaforma Rousseau. Ma l’elenco delle ambiguità non finisce qui.

La risposta del governo: “Il Comune di Serramazzoni ha ragione”

Per il M5s, invece, il problema sono le sedute consiliari del Comune di Serramazzoni. Sedute che non vengono trasmesse in diretta streaming. Volete sapere com’è andata a finire l’interrogazione? Il governo (guidato proprio dal M5s) ha risposto dando ragione al sindaco di Serramazzoni. “Non sussiste un autonomo ed indiscriminato diritto a procedere alla registrazione, che possa superare gli eventuali divieti posti dall’amministrazione”. Lo ha stabilito una sentenza della Cassazione e un parere del Garante per la privacy. Insomma, anche stavolta i grillini hanno perso una buona occasione per tacere. 

 

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