Lucano di nuovo nei guai: altro avviso di garanzia per lui. Rilasciò carte d’identità a immigrati senza permesso

28 Dic 2019 11:10 - di Redazione
Mimmo Lucano foto Ansa

Ci risiamo: altri guai in vista per l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Al centro del nuovo  caso d’inchiesta sempre la politica d’accoglienza riservata dal primo cittadino ai migranti ospitati nel suo comune calabrese. Stavolta il nuovo avviso di garanzia sarebbe in relazione al rilascio di documenti d’identità a immigrati arrivati nei centri di ricezione della città da lui amministrata. A confermarlo all’Adnkronos è lo stesso Lucano, che si dice «amareggiato»…

Nuovo avviso di garanzia per Mimmo Lucano

Oltre che lamentare di aver ricevuto l’avviso di garanzia nei giorni scorsi. «Mi sembra tutto così assurdo. Mi viene contestato un reato che avrei commesso nel settembre 2016», spiega Lucano, «per aver fatto due carte di identità a una donna eritrea e a suo figlio di pochi mesi. Due soggetti che erano inseriti in un progetto di accoglienza al Cas a Riace». Secondo quanto riferisce l’ex sindaco, «la prefettura ci aveva chiesto l’inserimento per la madre e il bambino e noi avevamo detto di sì perché c’era la disponibilità». In seguito, osserva Lucano, «fu fatta l’iscrizione al registro anagrafico. E poi fu richiesta la carta d’identità perché il bambino aveva bisogno dell’assegnazione di un pediatra».

Rilasciò documenti d’identità a immigrati senza permesso di soggiorno

A fronte dell’avviso di garanzia ricevuto, però, il sindaco si trincera dietro il diritto alla salute. Il punto che viene contestato all’ex primo cittadino, infatti, riguarda il rilascio di una carta d’identità autorizzata nonostante la donna e il bimbo «non avessero il permesso di soggiorno». Un mancato passaggio nella procedura che, comunque, Lucano rivendica. «Io lo rifarei», sottolinea infatti l’ex sindaco nel mirino della magistratura. Ricordando che «la Costituzione prevede il diritto alla salute. Il diritto alla salute è inviolabile e fondamentale» ribadisce in difesa del suo operato.

Ma l’ex sindaco non si dice pentito e dichiara: «Lo rifarei»…

Tanto che poi Lucano aggiunge anche: «La carta d’identità era legata ad esigenze sanitarie. E per me è prioritario rispettare la dignità umana di un bambino di pochi mesi». Lucano dunque, non solo rivendica l’errore. E si dichiara amareggiato per l’avviso di garanzia ricevuto: non si dice neppure pentito. E dichiara in barba a leggi e protocolli, codici etici , procedure amministrative e inchieste giudiziarie: «Lo rifarei»…

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