Landolfi non favorì il clan dei Casalesi. Cade il teorema contro l’ex parlamentare di An

23 Dic 2019 19:00 - di Redazione
Landolfi

Caduta l’accusa di favoreggiamento e truffa con aggravante mafiosa ai danni di Mario Landolfi. La sentenza che riguarda il processo in cui era coinvolto l’ex ministro delle Comunicazioni è arrivata oggi dopo 12 anni. L’accusa sosteneva che Landolfi aveva favorito il clan dei Casalesi. Un’accusa respinta appunto dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Avendo Landolfi rinunciato alla prescrizione resta la condanna per corruzione a due anni con pena sospesa e non menzione sul casellario giudiziale. Un’assoluzione mascherata secondo i legali dell’ex parlamentare di An e Pdl Emilio Nicola Buccico e Michele Sarno.

Landolfi: in appello sarà riconosciuta la mia totale estraneità

“Ho accolto con soddisfazione la caduta dell’aggravante mafiosa – dice Landolfi – che mi voleva inserire in un intreccio politico affaristico-mafioso che non ha trovato riscontro e sicuramente in appello conquisteremo la completa e totale evidenza della mia estraneità anche a questa residua accusa”.

Contro di lui l’accusa si era avvalsa delle dichiarazioni del pentito Giuseppe Valente, teste chiave del processo contro l’ex coordinatore campano del Pdl ed ex sottosegretario Nicola Cosentino. La difesa di Landolfi ha dimostrato in più occasioni, durante il processo, che il Valente era soggetto inattendibile e come sia caduto più volte in contraddizione. Non si è giunti però a concluderne l’inaffidabilità perché il teste è centrale nel processo contro Cosentino.

Se Cosentino era il “referente nazionale dei Casalesi”, per l’accusa l’altra leva del potere era detenuta dal secondo uomo forte del centrodestra nel Casertano: Landolfi. All’ex deputato veniva contestato un singolo fatto avvenuto nel 2004 a Mondragone, quando Landolfi avrebbe fatto dimettere il consigliere comunale di opposizione, Massimo Romano, per far entrare in consiglio una persona che avrebbe aiutato l’allora sindaco Ugo Conte, di centrodestra, a tenere la maggioranza. Il tutto per favorire i clan camorristici. Un teorema finalmente archiviato.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • federico 25 Dicembre 2019

    Meloni aveva espulso pure lui? e maramaldeggiato “che schifo!”?