La tragedia di Corso Francia: una vicenda che atterrisce tutti
Di ogni fatto di cronaca ci sono diverse chiavi di lettura. Prendete la tragedia di Corso Francia, a Roma. La possiamo raccontare in burocratese. E suonerebbe in questi termini. Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann sono decedute dopo di aver attraversato la strada con il semaforo rosso. Pietro Genovese, ancorché positivo al test alcool-droga, conduceva un suv, era passato con il semaforo verde e non aveva visto per tempo le due giovani che attraversavano la strada. Il veicolo a motore -essendo il soggetto più forte- ha sempre una percentuale di colpa, graduabile in giudizio posta la non intenzionalità omicida. Fin qui la fredda (perché priva di cuore) disputa legale.
Corso Francia: in molti di noi un senso d’impotenza
Sentimento: che senso ha morire così? Riscontro dei fatti: probabilmente la pioggia ha giocato un ruolo decisivo per la vita delle une e per l’altro. Nel senso che, per la fretta, i tre giovani non hanno soppesato il pericolo che correvano. Però, due famiglie (o forse più di due) piangono per la scomparsa di due freschi boccioli di rosa tranciati nel giardino della vita e una (o forse più d’una) si chiede quale sarà il futuro di un giovane. Che non potrà certamente più essere in discesa. Che possiamo fare tutti noi?
Cose da fare e cose da dire in questi casi
Oltre a convivere con il dolore delle famiglie e con uno stupore (che, peraltro, si assomma a tanti altri fatti che accadono) legittimo, possiamo fermare la pioggia? No. Possiamo dire ai nostri ragazzi di attraversare le strade solo quando c’è il verde (quando c’è il semaforo) e quando -comunque- si è del tutto certi che le vetture si fermino, soprattutto se piove? Sì. Ribadendo che -sulla strada- chi ha la prevalenza di forza ha sempre torto, in una percentuale che dovrà essere giudicata, da 100 a 1, a seconda dell’accadimento che avviene? Sì. Possiamo dire che ogni veicolo non si conduce quando si è in stato di alterazione rispetto alle condizioni solite? Sì.
La tragedia di Corso Francia: il dramma dei genitori
Infine, possiamo -con un miracoloso colpo di bacchetta magica- far ritornare il calendario indietro di tre giorni affinché i genitori dicano a quei tre ragazzi di non uscire per festeggiare il Natale? No. Che possiamo fare, allora?Continuare la nostra normale, ordinaria e rispettosa delle regole, vita comunitaria : sapendo bene che ogni nodo di eccesso o imprudenza -o prima o poi- arriverà al pettine e che (almeno per quanto attiene la vera vita) non ci sarà concessa alcuna forma divina di condono. Vogliamo significare solo che la impotenza dell’opinionista é fortissima di fronte a episodi (ma quanti ne accadono in un anno?) come questo, ma che alla sua coscienza spetta il dovere di evidenziare soprattutto un fatto : quello che il mezzo più forte, nelle sentenze, ha sempre una percentuale di colpa, graduabile da 100 a 1, a seconda del caso. Tutto il contrario di ciò che accade nella vita.
La realtà è che per molti giovani le regole sono un optional non considerato, ovvero sgradito (ma chi lo dice che se c’é il rosso non devo passare e che se ho bevuto non devo guidare, ma che sono queste regole !!!) e, in parte, la colpa è di noi genitori che non insegniamo cosa è la disciplina e vi è un progressivo peggioramento perché ogni generazione, cui viene insegnato sempre meno dalla precedente, insegna sempre meno alla generazione successiva. In Europa è un fenomeno prevalentemente, ma non esclusivamente, italiano
Occorre chiarire che la suddivisione automobilisti cattivi e pedoni buoni, è arbitraria e tendenziosa. Siamo tutti automobilisti e pedoni.
Detto questo deve essere chiaro che la strada è il territorio dei veicoli, sul quale grava una servitù di passaggio, però i pedoni devono attraversarlo con la massima attenzione, possibilmente ignorando il letale cellulare e, solamente dopo essersi accertati che i conducenti dei veicoli abbiano la possibilità di arrestarsi, anche sulle striscie pedonali.
La pretesa che sia compito degli autiomobilisti salvaguardare l’incolumità dei pedoni è alla base della drammatica strage dei pedoni.
Auspico che i vigili urbani sanzionino con esemplare severità i pedoni indisciplinati. Solo così potremo salvare le vite di tanti pedoni.
caro signor perticaro…
la verita’ e’ molto piu’ semplice e nessuno dei suoi sofismi letterari la puo’ mascherare… il drogato alcolizzato figlio di papa’( per non dire altro) e’ un semplice schifoso criminale… anche distratto dal telefonino che stava usando alla guida…
andava ( come tanti) ben oltre i limiti di velocita’… dovrebbe solo marcire in galera… e alle famiglie delle vittime un mega risarcimento punitivo…
iniziassimo a dare l’esempio si ridurrebbe di molto questo tipo di tragedie!
Certi comportamenti dovrebbero avere conseguenze serie!
buongiorno