La sardina scrive a Salvini: “Non hai rispetto per le donne. Io lotto per loro e anche per tua figlia…”
La sardina Jasmine Cristallo, dalla sua pagina Fb, ha scritto una lettera aperta a Matteo Salvini. Evidentemente quella di scrivere lettere è diventata un’abitudine per il movimento nato a Bologna. La modalità dialettica è la stessa di Laura Boldrini: Salvini dileggia le donne. Le espone sui social agli insulti degli hater, non ha rispetto per il genere femminile. Anche in questo caso, come in altri, viene messa in mezzo la figlia minore di Salvini. Jasmine Cristallo afferma infatti di lottare anche per lei.
Molti i commenti sotto la lettera, che appare appunto sulla pagina Fb della sardina Jasmine Cristallo, molto popolare in questi giorni e spesso ospite nei talk show. E in tanti di essi si fa riferimento alla sorte della piccola figlia di Salvini. La quale – si dice – per ora non si renderebbe conto di avere un padre come il suo del quale da grande apprenderà i molteplici difetti.
La sardina scrive una lettera aperta a Salvini sulle donne
“Salvini – esordisce la sardina – le scrivo queste righe perché agli slogan violenti bisogna necessariamente contrapporre parole e concetti. Alla macchina infernale che mi ha aizzato contro, ho risposto cantando una canzone ed inviando i miei amici a non rispondere alle offese o a farlo con parole positive e versi di poesie.
“Io e lei siamo genitori e credo che il nostro compito principale sia RENDERE PARTECIPI DELLE PROPRIE AZIONI I FIGLI, CHE si educano attraverso l’ESEMPIO, PERCHÉ QUESTO È FONDAMENTALE in ogni loro fase di sviluppo.
Abbiamo entrambi figlie femmine ed è per questa ragione che le chiedo se ha intenzione di raccontare a sua figlia, quando non sarà più piccina, che oggi sulla sua pagina Facebook permette a legioni di frustrati di sfogare pulsioni sessuali represse.
Lo saprà sua figlia che consente ai suoi sostenitori di inneggiare allo stupro di gruppo per “punire” una donna che semplicemente non la pensa come lei?”.
“Racconterà a sua figlia che espone foto di donne solo per farle dileggiare e violentemente aggredire con frasi e aggettivi raccapriccianti ? Racconterà che ha postato su Facebook la foto di una ragazzina che ha fatto scioccamente un gesto con il dito medio e che per quel gesto, quella ragazzina ha dovuto chiudere le sue pagine social?
Quando teneramente le mette lo smalto o assiste alle recite natalizie, ci pensa a come si sentirebbe se fosse sua figlia LA vittima di quella stessa violenza che infligge ad altre donne ?”.
“Mi batto per il diritto al dissenso”
Poi passa a raccontare come ha reagito sua figlia leggendo i commenti riservati alla madre sui social. “Le ho spiegato che certe battaglie passano anche attraverso queste prove certamente non gratificanti, ma che meritano, comunque, di essere condotte con tenacia e convinzione. Quanto a lei, Salvini, non mi aspetto delle risposte ma sappia che da oggi ho una ragione in più per non arretrare di un passo e difendere il mio diritto al dissenso, a battermi per un mondo civile, in cui le donne non vengano brutalizzate. Lo devo alle donne, a mia figlia ed anche alla sua”.
Alla figlia dovrebbe anche spiegare che se si diventa personaggi pubblici, politicamente impegnati, gli haters si scatenano. da una parte e dall’altra. È la dura legge del web. Strumento che le sardine hanno volentieri utilizzato per muovere i primi passi e che ha consentito loro di ottenere la visibilità attuale.
ma andando sui social credeva che non cerano dei buzzurri non ci andare purtroppo ai ragione comunque auguri
Una tale ipocrisia non si era mai vista. Nemmeno nelle realtà politiche più totalitarie si erano spinti a tanto, e cioè inventarsi un movimento di piazza contro le opposizioni. Dunque una perfetta , quanto delirante , sinergia tra le stanze dei bottoni e le piazze.E davvero fa male al cuore vedere la stupidità di tanti pecoroni, che appena qualcuno si traveste da animaletto politico, sono pronti a seguirli a capofitto. Evidentemente l’esperienza dei grilli non ha insegnato nulla a questi stolti, come non hanno insegnato nulla secoli di storia, che hanno dimostrato i disastri provocati dal comunismo, in qualsiasi epoca e latitudine. Assistiamo alla disgregazione dei valori, con una Chiesa pronta a schierarsi in difesa di coloro che vogliono cancellare crocefissi e presepi. Un delirio che ci porterà sulle soglie di un sistema peggiore di quelli sovietici: lì almeno, l’identità della nazione non veniva messa in discussione.