Feltri: su Nilde Iotti le femministe sbagliano, la verve erotica è una virtù non un difetto

16 Dic 2019 14:00 - di Redazione
Feltri

Vittorio Feltri, su Libero, torna a scrivere di Nilde Iotti. E in particolare sul ritratto pubblicato dal giornale da lui fondato nel quale la compagna di Togliatti veniva definita “brava in camera da letto”. L’articolo recensiva la fiction dedicata alla Iotti andata in onda su Raiuno.

Lo spunto glielo dà Lella Costa. L’attrice infatti, ospite di Massimo Gramellini, si è lanciata in un’intemerata contro Libero ritenendo l’articolo di Giorgio Carbone offensivo per Nilde Iotti. 

“Con tutta la buona volontà -scrive Feltri – non riusciamo a capire che cosa ci sia di male nell’affermare che Iotti fosse un individuo normale nelle sue pulsioni vitali. Anche di me è stato detto che ho sempre avuto dimistichezza con il gentil sesso. E non mi sono offeso, limitandomi a rispondere che l’erotismo al massimo mi risulta essere fonte di nostalgia”.

“Perché mai – continua Feltri – la compagna di Togliatti sarebbe stata oltraggiata per il sol fatto che è stata puntualizzata la sua verve? Di un uomo si può dichiarare scherzando o sul serio che abbia la carne debole (e il pesce debolissimo) mentre di una signora si devono tacere pure quelle che taluni considerano virtù? Non si tiene conto che l’agognata parità dei generi prevede altresì la parità di commento sotto ogni aspetto?”.

Per Feltri in conclusione le accuse di Lella Costa sono solo “bischerate sesquipedali”. E ricorda che l’autore dell’articolo su Nilde Iotti “scrive sui giornali da circa 50 anni senza mai incorrere in una grana”.

 

Commenti

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  • giovanni vuolo 16 Dicembre 2019

    La partita’ di sesso ? La rivendico come uomo !!! Le conquiste delle femministe hanno prodotto un tangibile ribaltamento delle posizioni. E la parità di sesso si è evoluta un matriarcato. Provate ad avere una lite con una donna ed andare in tribunale e vedete chi viene condannato, oppure in qualsiasi contesto nella vita, verrete sempre accusati di prendervela con una donna. Lo stesso ” femminicidio” reca in sé una palese venatura discriminatoria. Per carità, ho massimo rispetto per il gentil sesso, ma adesso, ad essere discriminati, siamo incontrovertibile te noi uomini.