FdI ironizza su Fioramonti: “Lui se ne va, i crocifissi nelle aule restano”

26 Dic 2019 17:37 - di Redazione

Le ragioni sarebbero da attribuire alla scarsità dei fondi a disposizione, ma la Meloni gli fa notare che per i “gender” ne aveva trovati, eccome. Le dimissioni del ministro della Pubblica Istruzione fanno vacillare il governo giallo-rosso come mai era successo prima. E al sui gesto ne potrebbero seguire altri. “La verità è che sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella linea di galleggiamento finanziaria di cui ho sempre parlato. Soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi”. Con queste patole, su Facebook, il ministro ha detto addio al governo, addio salutato con gioia dall’opposizione.

Lollobrigida (FdI): “Dopo Fioramonti tocca a Conte”

“Le dimissioni del ministro della Pubblica Istruzione dimostrano quanto affermato da Fratelli d’Italia sulla legge di Bilancio. E’solo tasse, sprechi e nessun investimento per costruire il futuro della Nazione. Ci impegneremo perché a quelle di Fioramonti seguano le dimissioni di Conte e si possa tornare al voto”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, in una dichiarazione al Tg1, non nasconde la soddisfazione.
“Fioramonti verrà ricordato per i suoi post violenti contro le Forze dell’Ordine e sessisti contro alcune donne, io ne so qualcosa. Non sentiremo la sua mancanza”. Lo scrive invece su Twitter Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d’Italia.

Rampelli: “Gesto frutto di una pessima manovra”

Sulle dimissioni di Fioramonti, interviene anche il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: “Il governo ha rifilato agli italiani una pessima manovra a crescita zero. Le dimissioni di Fioramonti -da ministro più preoccupato di chiudere l’Eni o di bandire il crocifisso nelle aule che a porre con forza il tema dell’edilizia colastica- confermano i pessimi giudizi sulla legge di Bilancio, zero servizi e crescita zero”. “Tagliare fondi per scuola, ricerca e università -aggiunge- significa sottrarre ai nostri ragazzi altro futuro, non bastasse quello già funestato dal debito pubblico. Da questo versante a Fioramonti non si può dare torto. Semmai il problema è che dovrebbero dimettersi in blocco ben altri ministri dal bilancio fallimentare. A iniziare da quelli preposti agli affari sociali ed economici, in perfetta continuità con i peggiori governi avuti dalla Repubblica italiana. Nessuno di loro pare voler capire che il nostro problema sta nell’incapacità di creare ricchezza e, per farlo, occorre uno shock fiscale per far ripartire ed espandere le aziende nostrane”.

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