Ex Ilva, stabilimenti fermi. Sciopero generale contro i ricatti di Arcelor Mittal

10 Dic 2019 13:20 - di Redazione
ex Ilva

Massiccio sciopero dei lavoratori dell’ex Ilva contro il piano industriale di Arcelor Mittal al tavolo del governo. La protesta è generalizzata. E la rabbia cresce. «Tutti gli stabilimenti ex Ilva  sono fermi: l’adesione a Taranto è del 90%, a Genova e Novi Ligure dell’80%, a Racconigi del 100%. Adesione al 100% anche a Padova e Marghera». La leader Fiom, Francesca Re David, aggiorna i dati sullo sciopero di 24 ore (32 a Taranto) dei lavoratori di tutti i gruppi della più grande acciaieria d’Europa  che rischia il tracollo. Nel mirino il nuovo piano industriale della multinazionale franco-indiana he prevede 4.700 esuberi.

Ex Ilva, i sindacati contro il piano industriale di Arcelor Mittal

«Basta parole, ora i fatti. Non abbiamo più tempo da perdere per ricostruire la fiducia e ridare voce ai giovani che mi sembra si siano ripresi la piazza. Ma o si lavora tutti insieme o non si va da nessuna parte» ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Il pressing è sul governo Conte che sembrerebbe intenzionato ad aprire alle richieste di un patto arrivato dalla stessa Confederazione.

Landini lancia un nuovo appello ad Arcelor Mittal sul futuro degli stabilimenti dell’ex gruppo Ilva, sui quali giovedì i sindacati incontreranno nuovamente l’azienda e il governo. «Avete sbagliato ad andare in tribunale. Tornate al tavolo ma a partire dall’accordo firmato nel 2018. Su questa base infatti si possono risolvere i problemi. Ma a nessuno venga in mente di usare questa situazione per annunciare licenziamenti o esuberi. Così non si andrebbe da nessuna parte».

«Dall’Ilva a Alitalia non vogliamo lasciare a terra nessun lavoratore. E nessuna lavoratrice. Vogliamo esuberi zero», incalza la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan. «Servono piani seri con investimenti che diano prospettive alla compagnia aerea e all’industria siderurgica. Deve esserci un piano industriale importante. Prima voglio vedere quello perché solo dal piano industriale capiamo se c’è voglia di fare cose serie oppure no».

Capone: non si gioca sul futuro dei lavoratori

«In questi giorni la crisi ex Ilva ha raggiunto un nuovo capitolo a seguito delle affermazioni di ArcelorMittal. Che mettono in pericolo l’occupazione, la salute e la sicurezza ambientale. In totale sono 160 i tavoli di crisi aperti al Mise. È  necessario tutto il supporto del sindacato per garantire la tutela dei lavoratori. Ee salvare i posti di lavoro a rischio esubero». Parola del segretario generale dell’Ugl Paolo Capone. che esprime solidarietà «a tutti i lavoratori che oggi stanno manifestando a Roma e a Taranto. Dove è presente una delegazione dell’Ugl. Auspico che il prossimo tavolo con il governo –conclude Capone – possa essere risolutivo. E portare all’adozione di piani industriali solidi e a lungo termine. Non giochiamo con il futuro dei lavoratori. L’ex Ilva non si tocca”. Antonio Spera, segretario nazionale dei Metalmeccanici Ugl, ha presentato una mozione per promuovere un confronto esclusivo con il governo sull’ex Ilva.

Commenti

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  • Carlo 11 Dicembre 2019

    Scusatemi ma con le mie tasse, che ci fate? Ancora Alitalia? Non bastano tutti i soldi buttati? Ora Ilva? Ricominciamo con l’obolo di Stato? State uccidendoci tutti per procastinare la fine di aziende decotte. Vergognatevi tutti.