Ecco chi è Nibras Asfa, la sardina-musulmana made in Boldrini che non passava lì per caso

15 Dic 2019 14:30 - di Paolo Lami

Giorgia Meloni replica a Nibras Asfa, la sardina-musulmana che le ha rifatto il verso a piazza San Giovanni. «Quello che non mi è chiaro della simpatica ragazza nel video è: perché se tu sei fiera di essere islamica, io non posso esserlo di dirmi cristiana?».

Così, con un tweet, la leader di Fratelli d’Italia risponde alle parole della musulmana che, con il capo avvolto dall’hijab, ha parlato dal palco di San Giovanni nel corso della manifestazione delle Sardine ieri a Roma.

«A Salvini e Meloni non piacerà la mia presenza…» aveva detto la giovane, facendo il verso al video tormentone della leader di Fdi, «perché sono una donna, sono musulmana e sono figlia di palestinesi. Non vi permetteremo di aprire le pagine nere del passato, questo è uno Stato di diritto».

A quale pagine nere del passato si riferiva Nibras Asfa? Forse a quelle, davvero nere, dei terroristi giordani di Settembre Nero e degli attentati a catena compiuti in giro per il mondo dalle organizzazioni palestinesi negli anni ’70?

Sul palco al fianco della ragazza anche il marito Sulamain Hijazi. Che oggi sulla sua pagina Facebook provoca la Meloni.
«Almeno mia moglie è simpatica», scrive in un post accompagnato da emoticon sorridenti in cui condivide il cinguettio della leader di Fratelli d’Italia.

Nibras Asfa la sardina-musulmana pronta per i salotti televisivi

Ma chi è Nibras Asfa, questa sardina musulmana che sembra essersi affacciata per caso a piazza San Giovanni. E che ora, “benedetta” dalla piazza, è pronta e cotta a puntino per sbarcare, a reti unificate sui palchi tanto amati dalla sinistra radical chic e post-girotondina?

«Figlia di Mahmoud Asfa, presidente del consiglio direttivo della casa della cultura musulmana di Milano, ricevuto «nel suo ufficio” da Laura Boldrini», la Santa Patrona della Santa immigrazione, come ha scoperto la giornalista di Primato Nazionale, Francesca Totolo.

Padre e figlia – lui architetto giordano con studio a Milano molto impegnato nel tessere relazioni istituzionali per far passare il messaggio che “musulmano è bello” e che l’Islam non ha nulla a che fare con il terrorismo, lei effervescente studentessa di giurisprudenza, sempre sotto la Madonnina, alla Statale di Milano – non mancano mai quando c’è un microfono, una telecamera a favore, una ribalta, l’opportunità di comparire e di farsi notare.

Le icone perfette per il santorismo di ritorno, per gli studi televisivi di Formigli e di Floris.
Mahmoud Asfa è predicatore della preghiera del venerdì e cofondatore del “Forum delle Religioni” a Milano. Non c’è dibattito dove non faccia capolino. Non c’è palco dove non sia presente.

Così Nibras Asfa si è costruita il suo ruolo presenzialista

Nibras Asfa è tutt’altro che una sprovveduta. E sa gestirsi da vera manager della comunicazione la sua agenda mediatica e il suo personaggio da ribalta. Costruito con pignola determinazione intessendo relazioni, soprattutto con i giornalisti.

Soprattutto con quelli molto indulgenti verso il terzo settore, le ong, l’immigrazione selvaggia, l’accoglienza  indiscriminata, i porti spalancati, il multiculturalismo, l’integrazione a tutti i costi, un certo clero di fede strettamente bergogliana. E la sinistra di potere. Il cattocomunismo riveduto, corretto e aggiornato con una spruzzata di terzomondismo e di girotondismo.
Esattamente quello che gli italiani non vedono l’ora di ributtare a mare con le elezioni.

Quando Papa Bergoglio sta per sbarcare a Milano per la visita al Duomo, nella primavera del 2017, lei, la prezzemolina Nibras Asfa, si fa trovare già pronta dalla giornalista Elisabetta Soglio, ex-Avvenire, specializzata nel Terzo Settore, cioè volontariato e Ong, per una articolata intervista al Corriere della Sera. Mica un giornale qualsiasi. Mica la Gazzetta di via Padova.

La foto con Bergoglio e le interviste dei giornalisti amici

Con un candore teatrale, Nibras Asfa sfila di fronte alla giornalista le sorprendenti perle del suo Tasbeeh, il rosario islamico composto da 34 o 100 grani sciorinando banalità e buonismo.

Un’intervista nata non per caso. Le due si conoscono da tempo. La Soglio ha coordinato qualche anno prima uno dei dibattiti del Centro Culturale di Milano dove Nibras Asfa, che lì è di casa, lasciava cadere queste perle di saggezza parlando di Bergoglio: «Ci ricorda San Francesco, andato dal sultano e con cui ha dialogato. Così il Papa dialoga con tutti gli esseri umani. Infatti il suo messaggio è universale. Tocca i cuori di tutti e veramente è una persona molto vicina alle persone. Per me è come se fosse mio nonno».

Nibras Asfa, in realtà, mira ad altro.
Qual’è il suo appello a Papa Bergoglio?, le porge la domanda la giornalista del Corriere. «Mi piacerebbe poter invitare il Papa nella nostra moschea. E credo che lui per primo disapproverebbe il fatto che una città come Milano non abbia una moschea degna di questo nome», replica pronta.

E ancora, casomai non si fosse capito bene: «Vorrei chiedergli di darci una mano perché una sua sollecitazione potrebbe muovere i politici che fino a qui hanno fallito. Io sono cresciuta alla Casa della Cultura di via Padova. E sono davvero affezionata a questo luogo. Ma è un capannone- Tutti i momenti di preghiera sono troppo affollati. E  per le attività che svolgiamo dobbiamo spesso fare turni perché lo spazio non basta».

La richiesta al papa di una nuova Moschea a Milano

Quale l’aspetto che le piace del Pontefice? chiede ancora la giornalista.
«Lui è stato molto coraggioso perché non ha mai commesso l’errore di omologare l’Islam al terrorismo. Questa è una cosa che vivo anche in prima persona: quando mi viene chiesto di intervenire su qualcosa è sempre per parlare di terrorismo, per condannare gli attentati, per dissociarci».
Come se il terrorismo islamico fosse un’invenzione dell’Occidente. Come se non fosse giusto e legittimo chiedere a un islamico di dissociarsi dal terrorismo islamico.

La figlia di Mahmoud Asfa sembra sempre stare lì per caso.
Come a piazza San Giovanni, sul palco delle Sardine.
Come nella foto mentre incontra Papa Bergoglio e gli stringe la mano. Come nel racconto, col ciglio bagnato, mentre lei raccoglie cibo per il Banco Alimentare nel supermercato di via Padova, popolosa zona ad alto tasso di immigrazione di Milano e si fa ritrarre in foto.
Come quando arricchisce, a “sorpresa”, la narrazione suggestiva che Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà ed esponente di punta di Comunione e Liberazione, fa del padre Mahmoud Asfa, affascinato dal presidente -partigiano Sandro Pertini, sotto il titolo “Mahmoud, un italiano vero”.
Vittadini e Nibras Asfa si conoscono da tempo. Dai dibattiti al Centro Culturale di Milano. Dove Nibras Asfa, la musulmana-sardina non passava lì per caso.

Commenti

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  • Anna Negri 17 Dicembre 2019

    Orchestrata dalla sinistra? Fascismo bruno, rosso, nero o verde rimane sempre fascismo. HAMAS è fascismo verde, Togliatti è fascismo rosso. Anche i nazisti prima di prendere il potere sembravano feministi, volvevano combattere la corruzione e proteggere l’ambiente. Però, ci sono sempre i simboli (camicie nere o brune, fazzoletti rossi al collo, hijab sui capelli), il culto della personalità, le bandiere, le manifestazioni, e i messaggi d’odio, a volte nascosti, a volte no.

  • Paolo angioj 15 Dicembre 2019

    È come al solito una soap opera ben orchestrata dalla sinistra. Una vergogna.

  • maurizio pinna 15 Dicembre 2019

    L’antico sogno del comunismo italiano è sempre stato il Fronte Popolare, che, per costruzione, presenta due presupposti: l’individuazione di un nemico pubblico/politico e l’arruolamento di chiunque ci stia, senza se e senza ma. Di ciò sono convinto perché il comunista italiano non ha alcuna capacità di creare nuovi modelli in NESSUN CAMPO si trovi ad agire.
    Lo schieramento in ordine sparso di sabato ne è la conferma più visibile, ma lo è anche la nomina di pregiudicati che fanno i garanti nelle carceri, la bonomia nei confronti di clandestini addentatori di arti , picchiatori e stupratori che se la cavano con un “mi raccomando non farlo più” e la TOTALE connivenza dei compagni e di un clero apostata con i corsari del mare e gli scippatori di appartamenti.
    Insomma, il peggio del peggio in nome di un fantomatico pericolo fascista che esiste solo nelle loro menti corrotte e degeneri. Gente senza alcun riguardo della dignità e dell’onore, che si traduce in invidia, contrasto generalizzato, litigiosità e volontà di nuocere a chi non la pensa come loro, in ogni situazione , modo e mezzo.
    Talvolta mi chiedo se facciano parte dello stesso Popolo che vive in una nazione evoluta o non siano, piuttosto, un’ accozzaglia di individui dove solo l’astuzia è legge comune, con una smania di abiezione che evidenzia in ognuno la propensione a svilire, a svillaneggiare ed a considerare l’interesse materiale come il solo degno di rispetto.

  • Zeffirino 15 Dicembre 2019

    A questa miserabile vorrei dire semplicemente due parole: 1° rispetti i cittadini italiani visto che al suo paese non rispettano nessuno (conosco molte bene la Palestina palle a me non ne raccontano), 2° se non va quello che pensa la maggior parte dei cittadini se ne torni a casa sua senza rompere le palle; 3° la villania e la stupidità le usi a casa sua che li sono abituati alla maleducazione e l’inciviltà. Queste sarebbe le risorse secondo la sinistra. Ho semplicemente capito una cosa son tutti miserabilmente bolliti.