Caso Gregoretti, Salvini all’attacco dei giudici: “Non colpiscono me, ma la sovranità nazionale”

21 Dic 2019 13:01 - di Federica Parbuoni
salvini

Duro attacco di Matteo Salvini ai giudici, che “non attaccano me, attaccano un popolo e la sovranità nazionale, il diritto alla sicurezza e alla difesa dei confini”. Il leader della Lega ha parlato dal palco del congresso indetto per modificare lo statuto del partito e farne una forza nazionale. Le sue prime parole, però, sono state rivolte al caso Gregoretti. All’ennesima inchiesta aperta dalla magistratura sulla gestione dei migranti al tempo in cui era ministro dell’Interno. E al “tradimento” di Giuseppe Conte e, soprattutto, Luigi Di Maio, che ora vogliono scaricare sulle sue spalle tutta la responsabilità politica di quelle scelte di governo.

Salvini all’attacco sul caso Gregoretti

“Il popolo è in cammino e quando un popolo sente il profumo della libertà non ci sono manette che tengano“, ha detto Salvini, parlando del congresso che come dell’inizio “di un bellissimo percorso, il battesimo di un movimento che ha l’ambizione di rilanciare l’Italia nel mondo, la crescita economica, la libertà, il diritto alla vita e il diritto alla sicurezza”. “Quando ho iniziato questo percorso sei anni fa con la Lega al 3% non avrei mai immaginato di avere l’onore e la fortuna di rappresentare il primo partito del Paese e una speranza per tutti gli italiani”, ha aggiunto il leader della Lega, invitando poi i magistrati che vogliono fare politica a candidarsi.

L’invito ai magistrati: “Per cambiare le leggi, si candidino”

Qualche magistrato ha un pregiudizio e vuole imporre delle leggi, perfino al Parlamento. Si candidi. Questi signori si tolgano la toga e si candidino. Se vogliono cambiare i decreti Sicurezza e se vogliono aprire i porti a tutti si candidino”, ha incalzato Salvini, ricordando che “questi quattro giorni di no allo sbarco erano condivisi e servivano a coinvolgere altri Paesi europei, come è avvenuto”.

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