Carabiniere incontra l’amante sull’auto di servizio per fare sesso: scandalo in provincia di Modena
Carabiniere fa incontri sessuali durante il servizio, direttamente sulla “gazzella”. Il Resto del Carlino racconta il caso di un maresciallo dell’Arma dei carabinieri che, con l’accusa di peculato d’uso è stato condannato a sette mesi, pena sospesa. Il caso è avvenuto a Pavullo, cittadina della provincia di Modena. L’uomo all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di maresciallo del nucleo operativo.
Carabiniere condannato
Secondo le accuse, si legge ancora sul Resto del Carlino, in più occasioni, avrebbe incontrato l’amante durante le ore di servizio. Si parla di almeno cinque incontri. E, all’interno dell’auto di servizio, avrebbe consumato rapporti sessuali. Il caso scoppiò nel 2013 quando una lettera anonima arrivata al comando denunciava il comportamento del carabiniere. Scoppiò un caso. Il militare, però, ha sempre negato ogni addebito. E spiegando di aver incontrato la donna in orario di lavoro poiché la stessa era una sua fidata informatrice.
Il Resto del Carlino sottolinea che tra i testi dell’accusa figurano i colleghi del maresciallo e lo stesso comandante della compagnia all’epoca dei fatti. Tutti avrebbero fornito prove circa la colpevolezza del militare sino alla condanna. Il carabiniere, già dopo le prime indagini, è stato trasferito in un’altra regione. Le testimonianze, però, proverebbero secondo la difesa, soltanto gli incontri con la donna.
Il precedente
Sul sito Infodifesa si legge anche un altro caso che vede coinvolto un carabiniere. L’uomo aveva intessuto una relazione con la sua giovanissima allieva. L’aveva anche plagiata. Abusi che si sono ripetuti nel tempo, sia al maneggio, sia quello che è il suo principale posto di lavoro. Il caso è avvenuto in Lombardia. L’imputato, un uomo di 42 anni, atleta conosciuto nel mondo dell’equitazione è stato condannato a quattro anni e undici mesi di carcere. Il reato, in questo caso è quello di atti sessuali con minore, aggravato dal fatto che la vittima gli era stata affidata «in custodia» in quanto allieva.