Autonomia del Nord, giallo-rossi in ordine sparso. Zaia avverte: «O si fa o il governo va a casa»

4 Dic 2019 14:04 - di Redazione
autonomia

A che punto è il progetto di autonomia rafforzata del Nord? Più d’uno si era illuso che con la caduta del governo giallo-verde fosse svanito anche l’obiettivo di dare più competenze (e più risorse) a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Ma era, appunto, un’illusione. Il governo giallo-rosso ha confermato l’impegno con una sola modifica relativa alla veste giuridica del provvedimento: una legge-quadro al posto delle intese tra governo e singola regione richiedente. L’ha voluta fortemente il ministro Francesco Boccia. Ma riguarda solo la forma e non la sostanza. Il Parlamento, infatti, resta comunque espropriato di qualsiasi ruolo. Ora come allora potrà solo dire “sì” o “no” senza poter cambiare neppure una virgola. Insomma, la logica del colpo di mano, inaugurata dal governo Gentiloni e proseguita dal Conte-1 e dal Conte-bis, continua a tenere banco. Nonostante l’autonomia rafforzata presenti rischi seri e concreti per l’unità nazionale.

M5S, Leu e Iv: sì al rinvio del testo sull’autonomia

All’interno della maggioranza se ne sono accorti M5S, Leu e Iv. Da loro è giunta la richiesta di una riflessione supplementare. Una richiesta finalizzata a bilanciare la spinta di chi voleva discutere di autonomia rafforzata già nel Consiglio dei ministri di domani. Per tutta risposta, la maggioranza escluso il Pd, ha invitato Boccia a «migliorare il testo». La richiesta – riferiscono fonti interne – sarebbe stata accolta dal ministro.

Governatori sul piede di guerra

Ma ha finito anche per innervosire il fronte dei governatori. «Se il governo vuol firmare l’intesa sull’autonomia lo può fare anche oggi. Se, invece non sarà in grado di votare l’autonomia può tranquillamente andarsene a casa», è l’avvertimento lanciato dal presidente del Veneto Luca Zaia.  Il governatore sottolinea quindi di «essere fermo all’ultima conferenza Stato-Regioni, in cui c’è stato un formale impegno del governo a portare in tempi brevi la legge quadro in Consiglio dei ministri». In quell’occasione, il ministro Boccia si era impegnato a firmare l’intesa a inizio dell’anno prossimo. «A questo punto – dice ancora Zaia – , noi i compiti a casa li abbiamo fatti tutti, ora tocca al governo».

 

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