Una giornata in ricordo di Giano Accame, attualità e lungimiranza di un intellettuale “scomodo”

19 Nov 2019 16:40 - di Ginevra Sorrentino
Giano Accame

Sulle orme di Giano Accame. In un’epoca di generalizzata smemoratezza, costituisce una confortante eccezione la giornata di studi e testimonianze in onore di Giano Accame (1928-2009), organizzata sabato 16 novembre, nel decennale della sua scomparsa. E ospitata dalla libreria Hora Felix di Roma, uno dei pochi luoghi d’incontro della cultura controcorrente. Gli organizzatori hanno strutturato la sessione di studi e ricordi in due distinte sezioni: le testimonianze hanno occupato il calendario mattutino. I contributi dei relatori si sono tenuti invece nel pomeriggio. Poche ore in cui si è dato conto della vita e delle opere di questo intellettuale “scomodo”. Grande organizzatore culturale e punto di riferimento in particolare per la generazione a cavallo degli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento.

Una giornata in ricordo di Giano Accame

Gli interventi della mattinata sono stati incentrati specialmente sul ricordo degli incontri. Delle collaborazioni. Delle esperienze di vita, che hanno avvicinato gli autori degli interventi ad Accame. A partire da quello affettuoso di Zizi Accame, una delle figlie. Giuseppe Del Ninno, Gianfranco de Turris, Gennaro Malgieri, Stenio Solinas, Marcello Veneziani e Giorgio Vitangeli, invece, sulla base del vissuto, hanno commemorato la figura di collaboratore e direttore di giornali. Di saggista, di autore televisivo, ma anche di commensale e ospite riservato. Un uomo, Giano Accame, sempre e comunque capace di elargire suggerimenti e intuizioni profonde.

Giano Accame e il viaggio nella metapolitica

In particolare, Del Ninno, Malgieri, Solinas e Veneziani hanno ricordato il ruolo di Accame nel percorso di quel movimento metapolitico che, dalla fine degli anni Settanta ai primi dei Novanta del secolo scorso, andò sotto il nome di “Nuova Destra”. Accame aveva colto non solo l’ansia di rinnovamento di alcuni dei giovani migliori di quell’ambiente, ma anche l’opportunità di andare aldilà della distinzione di categorie standardizzate. Da intellettuale di confine – Veneziani ha fatto notare in questo la fedeltà al suo nome, evocatore di porta di comunicazione fra due mondi – Accame fu tra gli organizzatori dello “storico” incontro fiorentino del 27 Novembre 1982, fra alcuni degli animatori della “Nuova Destra” (Tarchi e Del Ninno) ed alcuni “eretici” della Sinistra (Massimo Cacciari e Giovanni Tassani). In quell’occasione, davanti ad un folto e appassionato pubblico, furono esplorate fra l’altro le possibili linee d’intersezione fra quei percorsi intellettuali ed esistenziali. Accame doveva poi riavvicinarsi al MSI, diventando, nel 1988, Direttore del Secolo d’Italia.

Rileggendo analisi e riflessioni di Giano Accame

Tutte di grande interesse anche le relazioni del pomeriggio. Da “L’economia italiana fra le due guerre” (Franco Carlesi), mostra organizzata nel 1984 da Accame all’interno del Colosseo. Alla rievocazione dell’attività televisiva, effettuata dal co-autore Sergio Tau (“La voce dei vinti” e “Intelligenze scomode del Novecento”). Passando per la relazione di Lamberto Roch su “Nuove sintesi e rifondazione della Repubblica. Fino al lavoro di Valerio Benedetti sul “Socialismo tricolore” (forse il più importante saggio di Accame). Per concludere con Giuseppe Parlato che ha rivisitato “Storia della Repubblica italiana”. In definitiva, una giornata da non dimenticare. Così come sono da consegnare all’onore della memoria non solo Giano Accame, ma anche gli altri padri – o fratelli maggiori – evocati nel corso dei vari interventi. Da Enzo Erra a Piero Buscaroli. Passando per Giorgio Locchi e Fausto Gianfranceschi. E fino a Luciano Cirri e Claudio Quarantotto.

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