Treu da rottamatore a strenuo difensore del Cnel. E sempre contro le rappresentanze sindacali
3 Nov 2019 17:46 - di Massimo Visconti
Treu ancora alla ribalta sindacale e politica. Correva l’anno 2016 quando si tenne il referendum per confermare o abrogare la riforma Costituzionale che cancellava il Cnel. Si trattava della famosa Legge Renzi-Boschi. Il referendum fu accompagnato da una serie di atti pubblici firmati da autorevoli esponenti del mondo della cultura e della politica. Che chiedevano invece di confermare tale legge e quindi di confermare l’abolizione del Cnel che, secondo Renzi e la Boschi, era uno dei tanti enti inutili. Tra i firmatari per confermare l’abolizione del Cnel figurava l’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu. Ma nel momento in cui il popolo italiano rifiutava quella modifica costituzionale voluta da Renzi, fu proprio Treu ad essere nominato presidente di quell’ente inutile chiamato Cnel. E fu nominato proprio dal governo presieduto da Renzi. Il Cnel non rispecchia più la realtà del mondo del lavoro italiano. Lo stesso presidente Treu, da rottamatore dell’ente da lui presieduto, ne divenne, ovviamente, lo strenuo difensore. Infatti oggi il professor Tiziano Treu, per mantenersi la poltrona, si rimangia la firma che mise sul documento che ne chiedeva l’abolizione. Anzi ritiene che il Cnel possa “rafforzare gli organismi di rappresentanza della società civile”. Inoltre il professor Treu ritiene che possano verificarsi “conseguenze negative sull’intero sistema istituzionale derivanti da una eventuale abrogazione del Cnel”. Cosa non si fa per mantenere una poltrona.
Treu non riconosce le rappresentanze sindacali
Treu afferma che “la normativa sul Cnel è l’unica che definisce per legge i criteri di rappresentatività delle associazioni sindacali e datoriali”. Ecco spiegato l’arcano. Treu non vuole riconoscere che lai rappresentanza delle organizzazioni sindacali è affidato alla scelta che i lavoratori fanno nelle elezioni dei propri rappresentanti. E non alla compiacenza e al potere politico che sceglie con chi vuole dialogare a seconda delle proprie convenienze politiche. Infatti i criteri di composizione del Cnel sono superati dai fatti e dalla storia del sindacato italiano. Ma questo ai dirigenti del Cnel, a cominciare dal suo presidente Treu, non interessa. Infatti il 5 novembre prossimo inizieranno, proprio presso il Cnel, le trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Le associazioni datoriali Assistal e Federmeccanica incontreranno solo Cgil, Cisl e Uil. Escludendo Fismic/Confsal, Confintesa Metalmeccanici, Ugl Metalmeccanici e Failms. Conf.S.A.F.I. che hanno presentato una piattaforma unitaria per i metalmeccanici.
I sindacati non sono più quelli fotografati dal Cnel
La comunicazione del Cnel cozza anche contro quanto il Cnel ha sempre sostenuto. Ossia che i Ccnl siano stipulati, e abbiano una valenza la più ampia possibile, con le organizzazioni sindacali e datoriali che più rappresentano le istanze del lavoro abolendo i cosiddetti contratti pirata. Nella fattispecie siamo davanti ad una forzatura che vuole riconoscere un monopolio solo alla triplice. Ignora, per esempio che Fismic/Confsal è il primo sindacato in Fcas in Piemonte e il secondo in tutto il gruppo e sicuramente prima della Fiom Cgil ovvero in quella che ancora è la vecchia Fiat. Le altre organizzazioni sindacali come ad esempio Confintesa sono maggiormente rappresentative in settori della pubblica amministrazione e nel privato. Treu si faccia un esame di coscienza e non getti alle ortiche quella credibilità professionale che in anni passati gli è stata riconosciuta ma che in questi ultimi anni sta venendo sempre meno. La rappresentatività sindacale non è più quella fotografata dal Cnel, a seconda delle convenienze politiche Ma deve essere misurata realmente con sistemi di valutazione che mettano tutti i sindacati su un piano di parità per essere poi valutati dai lavoratori. La “rappresentatività comparata” tanto strombazzata dal Cnel non può fare riferimento ad un organismo vecchio e superato. Ma deve essere affidato alla democrazia diretta dei lavoratori italiani attraverso l’attuazione dell’articolo 39 della nostra Costituzione. Il Ccnl dei metalmeccanici è il contratto più importante dell’industria italiana. E non può essere utilizzato per fini strumentali mirati a favorire i sindacati amici. Il professor Treu ne prenda atto e riconosca che il Cnel così com’è oggi. Oltre che un ente inutile è un organismo di regime che non rispecchia più il mondo del lavoro… Ma forse al professor Treu non conviene dirlo.