Stefano Cucchi, per quattro medici del Pertini c’è la prescrizione. Assolto un quinto dottore

14 Nov 2019 18:04 - di Redazione
Stefano Cucchi

Stefano Cucchi, si è concluso il terzo processo d’Appello. Con una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per 4 medici dell’ospedale Sandro Pertini e l’assoluzione per un quinto medico.

Cucchi finì agli arresti nell’ottobre 2009 per possesso di droga e morì una settimana dopo. I giudici hanno assolto per non aver commesso il fatto Stefania Corbi e prescritto le accuse per Aldo Fierro, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo che si occuparono a vario titolo di Stefano durante il ricovero nel reparto protetto. L’accusa per tutti era di omicidio colposo. 

Il sostituto procuratore generale Mario Remus nell’udienza del 6 maggio scorso aveva chiesto il non doversi procedere per prescrizione del reato. “La prescrizione del reato è una sconfitta per la giustizia ma  questo processo è stato fatto fra mille difficoltà” aveva sottolineato il pg nella sua requisitoria.  “Per salvare Stefano Cucchi – aveva detto – sarebbe bastato un tocco di umanità, un gesto, per convincerlo a bere e a mangiare”. Un iter processuale che ha visto gli  imputati, inizialmente alla sbarra con l’accusa di abbandono di incapace diventata poi di omicidio colposo, prima condannati nel giugno 2013 e poi assolti in appello. Successivamente intervenne la Cassazione che ordinò un processo  d’Appello bis dove i nuovi giudici confermarono l’assoluzione. Infine  il nuovo rinvio stabilito dalla Suprema Corte che ha dato vita al terzo processo d’Appello.

Nell’attesa della sentenza la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, aveva detto che sperava che il fratello potesse finalmente avere giustizia. Anche i genitori di Stefano hanno parlato con i cronisti:  “Ilaria – hanno detto – ci ha dato la forza per andare avanti e cercare la verità. Quello che abbiamo giurato davanti a quel corpo massacrato è che non ci saremmo mai fermati e così faremo, andremo sempre avanti. Oggi ci auguriamo una svolta, i dati sono tutti a favore di una sentenza positiva, però ci sono dei segnali…”. La svolta che la famiglia attendeva, dunque, ancora non c’è.

 

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