Stadio della Roma, ecco perché i grillini non hanno cacciato De Vito…

27 Nov 2019 14:10 - di Mia Fenice
5 Stelle

Il mistero De Vito. Sui 5 Stelle rischia di esplodere un’altra bomba. Sullo stadio della Roma, si legge in un articolo sulla pagina Facebook  7 Colli, potrebbero arrivare botti ancora più fragorosi? O è semplicemente la vendetta di chi, fuori dai Cinquestelle, cova rancore?

5 Stelle, la vicenda dello stadio

Cristina Grancio consigliere comunale approdata al gruppo misto proprio dalle fila pentastellate in Campidoglio, spara ad alzo zero contro due autorevoli membri di governo. In un articolo su Affari Italiani, la Grancio chiama in causa Bonafede e Fraccaro per la vicenda dello stadio. E denuncia un intreccio che renderebbe impossibile rimuovere Marcello De Vito dalla presidenza del Consiglio comunale capitolino. Scrive la Grancio: «De Vito arrestato per reati contro la pubblica amministrazione per le vicende dello stadio ed altre questioni urbanistiche su Roma, giovedì scorso torna sullo scranno della presidenza dell’Aula Giulio Cesare, come se niente fosse successo in questi ultimi otto mesi». E punta il dito contro i 5 Stelle.

Grancio contro De Vito

Apparentemente, si legge ancora su 7 Colli,  la Grancio ce l’ha con De Vito: «Quale l’imparzialità e l’equità di un presidente d’aula imputato in processo per reati contro la pubblica amministrazione che nei fatti hanno avuto ad oggetto lo stadio di Tor di Valle – scrive – e la cui delibera dovrà passare per l’aula Giulio Cesare?».

Poi è arrivato l’affondo: «La questione stadio ha interessato l’attenzione e la partecipazione di quelli che poi diventeranno i ministri della Repubblica: Bonafede e Fraccaro, che all’epoca, nel 2017, erano responsabili degli enti locali per il Movimento 5 Stelle ed erano spesso presenti a palazzo Senatorio».

Quando la Grancio fu sospesa dal Movimento

La Grancio ha raccontato di essersi allontanata dalla Commissione Urbanistica al momento del voto sullo stadio per «non esprimere il mio dissenso in occasione del voto, in uno spirito critico, ma ancora ingenuamente costruttivo».
Poi, però «un paio d’ore dopo ricevevo la comunicazione scritta a firma di Fraccaro e altri due parlamentari in qualità di probiviri della gravità del mio comportamento e con effetto immediato mi sospendevano dal Movimento».
In quello che sembra un romanzo ben scritto o una incredibile verità arriva anche – denuncia la Grancio – l’assunzione in Comune della presidente della commissione urbanistica… Tanti misteri, si legge ancora su 7 Colli. Che la consigliera mette in relazione con altri episodi che spiegherebbero perché De Vito non si può toccare dalla presidenza dell’assemblea capitolina. L’articolo pubblicato su 7 Colli conclude: “Chi ci fa sapere se è verità o fantasia?”

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