Sgarbi contro Pignatone: la cittadinanza onoraria di Palermo è un insulto a Roma, da lui diffamata

5 Nov 2019 16:29 - di Redazione
Sgarbi

Sgarbi alza ancora una volta la voce contro Giuseppe Pignatone. Da oggi l’ex procuratore capo di Roma, da poco nominato da Papa Francesco presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, è un cittadino di Palermo. Il sindaco Leoluca Orlando, infatti, gli ha conferito la cittadinanza durante una cerimonia, a Palazzo delle Aquile, alla presenza delle massime autorità civili e militari. Nato a Caltanissetta, Pignatone ha lavorato per lunghi anni in Sicilia, prima di assumere il ruolo di procuratore di Reggio Calabria e di Roma. Un riconoscimento che arriva “per l’impegno profuso nella lotta alla criminalità organizzata”. E per “avere fatto luce sul sistema di connivenze tra mafia, imprenditoria e settori delle amministrazioni pubbliche”. Le sue indagini hanno contribuito, ha ricordato il primo cittadino, alla cattura di numerosi latitanti. Un lavoro che ha contribuito al “cambiamento culturale di cittadini e amministrazione”.

Sgarbi: Pignatone ha offeso gravemente Roma

Vittorio Sgarbi ha polemizzato con la scelta di Orlando, facendo riferimento all’inchiesta Mafia Capitale. Un processo che si è concluso con la sentenza della Cassazione che ha scardinato il punto chiave dell’indagine: Mafia Capitale non era mafia.  Da qui prende le mosse Sgarbi:”La cittadinanza di Palermo a Pignatone è un insulto a Roma, da lui gravemente diffamata, sostituendone il nome con quello della Mafia. L’ultimo gesto dadaista di Palermo capitale italiana della cultura che, grazie a Pignatone, ha assimilato Roma al suo primato mafioso. Palermo incorona e si riprende, come cittadino, il suo eroe, premiandolo per concorso esterno”.

Pignatone ha parlato dell’impegno contro la mafia.  “Serve una repressione continua ed efficace nel rispetto dei principi costituzionali e qui l’apparato normativo italiano è all’avanguardia nel mondo. Si può sempre pensare a qualche piccolo miglioramento, ma la sostanza è rappresentata dalle leggi che abbiamo”. Altro ingrediente indispensabile per il contrasto alla criminalità organizzata resta per Pignatone “lo sforzo della società civile”. “Bisogna dire di ‘no’ alle mille possibilità di accordo che la mafia ti offre ogni giorno. Quello dipende da ognuno di noi cittadini, senza bisogno di essere magistrati, politici, poliziotti o carabinieri”.

 

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