Salvini a Carpi: il 26 gennaio cadrà anche il muro dell’Emilia Romagna. In 50 lo contestano (video)

10 Nov 2019 19:30 - di Redazione
Salvini

Matteo Salvini a Carpi, per un comizio con la candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni, trova il solito sparuto gruppo di contestatori. E annuncia: “Il 26 gennaio sarà la seconda caduta del Muro di Berlino”. Salvini e Borgonzoni hanno parlato di fronte al municipio di Carpi, città simbolo e un tempo roccaforte storica del Pci emiliano. In questi giorni, nella cittadina modenese si sta tenendo una fiera del cioccolato. E  lo striscione dei contestatori trae spunto proprio da questa coincidenza: “Non confondiamo il cioccolato con la merda”, con questa ultima parola scritta con vernice verde. Lo scontro tra leghisti e contestatori è stato solo verbale. Nessun tafferuglio. Tra chi stava dietro lo striscione, alcuni hanno al collo una sciarpa rossa, con su ricamata la scritta: “Carpi non si Lega. Bonaccini Presidente”. E tra loro anche due bandiere, una del vecchio Pci e una della Fgci. Salvini ha postato il video sui social e ai contestatori ha detto ironicamente: “Quanto era bello vedere le bandiere rosse sul sagrato della Chiesa”.

Salvini e il comizio di Carpi

“Se l’unica proposta politica della sinistra sono i fischi, le minacce e gli insulti vuol dire che ci stiamo preparando a liberare la regione Emilia Romagna. Siccome siamo persone generose lasceremo a Bonaccini la possibilità di chiedere il reddito di cittadinanza”. Così Salvini durante il suo comizio. Ma l’attenzione è tutta per la sfida di giovedì sera a Bologna: “Se facciamo il pieno anche lì – dice – vorrà dire che una nostra vittoria il 26 gennaio è davvero possibile”.

Folla per Salvini anche a Santarcangelo. Dove però Matteo Salvini non ha potuto visitare la fiera di San Martino per  il  fronteggiamento tra i contestatori e i militanti leghisti. Scrive Riminitoday: “Da via Mazzini Salvini è stato infatti bloccato prima dalla folla di fan: il leader della Lega è stato accerchiato da centinaia di persone che a ogni passo lo fermavano per un saluto o per scattare una foto. Poi, scortato da un centinaio di agenti tra scorta, Polizia e Carabinieri, è arrivato all’arco insieme alla candidata a governatore dell’Emilia Romagna Lucia Borgonzoni, a Jacopo Morrone e al segretario provinciale della Lega di Rimini Bruno Galli: ma qui si è dovuto fermare per via dei contestatori, che si sono radunati sotto l’arco rendendogli impossibile il passaggio”.

 

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