Rimborsopoli Piemonte, la Cassazione assolve Molinari. Lollobrigida: “Minata la credibilità di innocenti”

19 Nov 2019 11:39 - di Redazione
Rimborsopoli

La Cassazione ha assolto il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, condannato a 11 mesi in appello nel processo ‘Rimborsopoli’ sui fondi della Regione Piemonte. Ci sarà invece un appello bis – ossia processo da rifare – per tre imputati. Si tratta  dell’ex governatore  del Piemonte Roberto Cota (condannato a un anno e sette mesi); per i parlamentari Paolo Tiramani della Lega (un anno e cinque mesi);  e Augusta Montaruli di FdI. Per gli altri 21 imputati ci sarà un appello bis per prescrizioni e rideterminazione delle pene.

Rimborsopoli, Lollobrigida: “Evitare pene a persone innocenti”

La notizia non ha avuto gli stessi titoloni roboanti con i quali si era infierito sulla vicenda che colpiva ua giunta a guida centrodestra. Soddisfatto per l’esito il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, il primo a commentare il verdetto della Cassazione: “Apprendo con soddisfazione – ha detto – dell’assoluzione del collega Molinari, avvenuta dopo anni di battaglie legali. Credo che il Parlamento debba porsi, alla luce di processi che durano anni minando spesso la credibilità degli imputati, quesiti su come evitare pene indirette a persone innocenti e ai loro cari”.

I giudici della V sezione penale avrebbero confermato l’impianto accusatorio dell’appello. Che aveva ampliato le condanne portandole a 25, rispetto ai 15 verdetti di colpevolezza emessi in primo grado nel 2016. La condanna più alta a 4 anni e sei mesi è stata confermata a Michele Giovine. Per lui l’appello bis dovrà solo rideterminare la condanna accessoria pari a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Questo avverrà anche per altri imputati. Le accuse erano varie e vanno dal peculato all’illecito finanziamento ai partiti. La posizione di Molinari era la più ‘leggera’: gli era stato contestato un peculato di nemmeno 1.200 euro.

La stessa pg Pina Casella aveva chiesto la sua condanna solo per 600 euro che gli erano serviti per pagarsi sei notti d’albergo a Torino quando si erano protratti i lavori del Consiglio regionale. Evidentemente gli ermellini hanno ritenuto legittima quella spesa.

 

“La Corte è riuscita comprendere bene la maggior carenza che aveva la sentenza di Appello. Non aveva alcun senso logico né alcun riscontro probatorio l’ipotesi che Molinari avesse voluto farsi rimborsare qualche centinaio di euro in maniera non corretta. Così come peraltro aveva espressamente riconosciuto il Tribunale di Torino in primo grado”. Lo ha detto all’Adnkronos l’avvocato Luca Gastini, difensore di Riccardo Molinari.

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