Report, Ranucci fa la vittima: i miei dati hackerati, ho paura. Selvaggia Lucarelli smonta il piagnisteo

16 Nov 2019 15:40 - di Redazione
Report

Report, il conduttore Sigfrido Ranucci si lamenta per un’incursione degli hacker tra i suoi dati bancari. Lo fa in un’intervista con Repubblica, dove parla dell’attacco informatico subìto. Un attacco che arriverebbe da un Paese dell’Est europeo. Facile collegare l’azione degli hacker con l’inchiesta di Report sul Russiagate. E Ranucci incassa subito la solidarietà di Fabio Fazio.

“Sono stato informato dalla mia banca – dice Ranucci – di questa gravissima violazione che mirava ad ottenere i miei dati anagrafici, l’indirizzo di casa mia, il numero di telefono cellulare e la mail aziendale”.

Ranucci ha poi spiegato all’Adnkronos di essere sotto tutela dal 2009, con i carabinieri che sorvegliano ciclicamente la sua  abitazione. “Ma ora sapere che c’è chi sa esattamente dove abito con la mia famiglia non è una cosa che mi fa sentire tranquillo”.

Report, Ranucci: la mia dedizione al lavoro non è intaccata

”Spero di essere solo la protesi di una incursione fatta anche a danno di altri cittadini, anche se è avvenuta in un contesto particolare, in un momento particolare. Una coincidenza che deve necessariamente farmi aprire gli occhi – scandisce il giornalista – Detto questo, se qualcuno ha tentato di fare questa operazione solamente per cercare di hackerare la dedizione al lavoro, mia e della squadra di ‘Report’, ha sbagliato. Non ci facciamo infettare da questo virus che punta a minare la nostra passione per il lavoro”. E ancora:  ”Non ho gli elementi per valutare se questo attacco al mio account bancario sia conseguenza delle inchieste che ho fatto – dice il conduttore di Report – ma quello che è certo è che non mi sfugge la coincidenza, sebbene io non voglia credere che sia legato alle inchieste”.

Selvaggia Lucarelli ha però voluto ridimensionare la notizia con un tweet. E ha fatto presente che la violazione di dati bancari non riguarda solo Sigfrido Ranucci ma anche altri tre milioni di utenti della Unicredit. “Credo serva prudenza prima di parlare di hackeraggio mirato”.

Qualche giorno fa Unicredit in una nota aveva dato notizia di un’intrusione informatica che ha riguardato i dati di quasi 3 milioni di clienti risalenti al 2015. Questo file conteneva circa 3 milioni di records, riferiti al perimetro italiano, e risultava composto solo da nomi, città, numeri di telefono ed e-mail.

 

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