Renzi e Zingaretti compagni contro. Il Conte bis ostaggio dell’odio della sinistra
Interviste incrociate come lame: dalle colonne di Repubblica Nicola Zingaretti duella con Matteo Renzi, ospite del Corriere della Sera. Stessa maggioranza, stessa paura del voto, ma anche una gran voglia di menarsi fendenti per conquistare l’egemonia su quel che resta della sinistra, per poi trascinarla in direzioni specularmente opposte. Il leader del Pd pensa alle “sardine” anti-Salvini che gremivano Piazza Maggiore a Bologna la scorsa settimana, mentre quello di Italia Viva strizza l’occhio ai ceti produttivi e non fa mistero di aspirare a rappresentare quel “partito del Pil”, oggi sostanzialmente orfano.
Renzi fa campagna acquisti nel Pd
Due mission quasi impossible se solo si considera lo stato comatoso in cui versa il Conte-bis da essi sorretto. Ma in politica, si sa, val sempre la pena tentare. A patto di rispettare l’unica condizione, vitale e vincolante per entrambi i duellanti: tenere il governo fuori dalla contesa. Ma non è facile. Il clima nella maggioranza giallo-rossa si fa sempre più irrespirabile e la rivalità a sinistra comincia a distillare l’odio politico tipico delle scissioni. Zingaretti non sopporta più le incursioni corsare di Renzi tra i propri eletti. Ma da quell’orecchio l’ex-premier non sente ragioni: il suo progetto ha bisogno non solo di tempo ma soprattutto di nuovi arrivi di onorevoli. La sua campagna acquisti non prevede pause. «Non gli auguro di fallire», fa sapere Zingaretti.
Da Rottamatore a Riciclatore
Ma è difficile credergli. Il progetto alla Macron annunciato da Renzi passa proprio per lo scotennamento del Pd. Zingaretti lo sa e, come da copione, ostenta sicurezza («l’ho interpretato come un segnale di grande debolezza»), ma è un dato di fatto non secondario che per sfondare il suo ex-partito Renzi è pronto ad usare l’ariete della prosecuzione della legislatura. «Andare a votare oggi – dice infatti al Corriere – significa regalare a Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri. E come se non bastasse significa regalargli Emilia, Toscana e Lazio». Come a dire: passate con me e salverete la poltrona. Triste parabola per uno che voleva rottamare e che ora è costretto a riciclare. È evidente: come si cambia per non morire non è solo il titolo di una bella canzone.
Il problema non è il compagno e il diversamente compagno, tolti il Migliore ed Enrico non saprei chi salvare, ma le migliaia di pesci in barile che vanno in piazza sotto la pioggia per cantare bella ciao. Tanti anni fa , in un autunno piovoso come questo, i compagni andavano sotto la pioggia a trasportare i sacchi di sabbia per rinforzare gli argini dei fiumi in piena nel polesine. Non ci sono più i compagni di una volta.