Meloni: la rivoluzione oggi si fa difendendo l’identità contro il capitalismo globalista (video)

16 Nov 2019 18:40 - di Redazione
Meloni

Giorgia Meloni parla di rivoluzione e conservazione. E lo fa intervenendo in video-conferenza al convegno a Roma ‘L’Italia dei conservatori’ di Nazione Futura. Meloni ha risposto alle domande del presidente di Nazione Futura Francesco Giubilei. Si tratta di un tema caro alla destra: essere conservatori non significa reazione ma rivoluzione nel senso più autentico. Come ritorno alla tradizione. Come ritorno alle origini della civiltà europea.

Questo il senso dell’intervento della leader di FdI. “Essere conservatori oggi significa essere rivoluzionari”. Perché “oggi la rivoluzione è la difesa di cose apparentemente banali: identità europea, centralità della persona, civiltà, nazione”, contro il grande capitalismo globalista.

Meloni e la crescita di Fratelli d’Italia

Meloni ha parlato dei sondaggi che vedono in forte crescita FdI. “La nostra crescita – dice – è figlia della consapevolezza” dei cittadini della “coerenza di Fdi, che non sceglie scorciatoie ma le strade più tortuose”. Si dice poi fiduciosa sulle possibilità del centrodestra:  “Sono certa che la democrazia arriverà in Italia molto prima di quanto la sinistra non speri e che le possibilità di avere un governo conservatore, un governo di centrodestra” siano molto reali.

Ha quindi parlato delle recenti elezioni in Spagna. Il risultato delle elezioni in Spagna e di un partito come Vox è significativo e “molto particolare”. Vince “il voto utile che si dà alle idee, a chi le rappresenta” non alle convenienze. È il segnale della “consapevolezza che i popoli stanno prendendo del loro peso”. Sulla politica estera ha dato un giudizio sui dazi di Trump: “I dazi sono colpa del sovranismo di Merkel e Macron” e delle loro pretese, non di Trump.

Infine ha parlato dell’idea di Europa che FdI sostiene. “Sono per un modello confederale dell’Europa, capace di essere un soggetto politico, di collaborare su grandi materie. Il principio del movimento della sussidiarietà ma anche del ruolo degli Stati nazionali. Non faccia Bruxelles quello che può fare Roma”. E ha aggiunto: referendum, ora legale, legge su come cucinare gli insetti “non sono l’Europa a cui pensiamo”.

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