L’ex terrorista Galmozzi, condannato per l’assassinio del missino Pedenovi, fa la star col suo libro

29 Nov 2019 16:07 - di Redazione
Galmozzi

L’ex terrorista Enrico Galmozzi presenta il suo libro a Torino. Inevitabili le polemiche sul personaggio che, come altri ex terroristi, anziché stare in silenzio cerca pulpiti insperati. Tra i fondatori di Prima Linea, Galmozzi ha un curriculum da brividi: ha ricevuto condanne per gli omicidi dell’avvocato e consigliere provinciale dell’Msi, Enrico Pedenovi, e dell’agente di polizia Giuseppe Ciotta.

Non solo: Galmozzi è già finito nella bufera nei mesi scorsi per alcuni post pubblicati su Facebook. L’ex terrorista aveva preso di mira il leader della Lega e allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che a luglio scorso aveva dato notizia di aver ricevuto una busta con dei proiettili. “Giù la testa, coglione. Non fare il cinema che ti va di culo: una volta invece di spedirli li consegnavamo di persona…”. Questo il commento choc di Galmozzi sul social network. Parole che avevano provocato la reazione del segretario del Carroccio: “Terrorista rosso, condannato per omicidio, oggi mi insulta e minaccia… Strano Paese l’Italia”, aveva commentato Salvini. Alla sua si era aggiunta la dura condanna dei familiari delle vittime, in primis Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta.

L’ex terrorista Galmozzi contro Salvini e in difesa di Cesare Battisti

Sotto accusa, a dicembre dello scorso anno, erano finite anche altre frasi scritte da Galmozzi sui social in difesa di Cesare Battisti. Il personaggio dell’ex terrorista dei Pac, si spingeva ad affermare Galmozzi, è stato “costruito dalla stampa. Che non solo ne ha fatto un mostro sotto il profilo criminale ma ne ha costruito anche una immagine antipatica”.

“C’è ormai una certa rassegnazione. Alla fine hanno vinto loro, i terroristi: sono stati deputati, a Torino, da Curcio a Balzerani, sono andati a presentare libri. E inutilmente noi protestiamo”. Così Giovanni Berardi, presidente dell’Associazione europea vittime del terrorismo (Asevit) e figlio del maresciallo di polizia Rosario ucciso nel ’78 dalle Br, commenta all’Adnkronos “l’ennesima volta” in cui un ex terrorista è protagonista di un incontro per la presentazione di un suo libro. “Ex terroristi, che non saranno mai ex assassini, continuano a spadroneggiare nella società, vanno in tv, scrivono libri, prendono il reddito di cittadinanza”, osserva Berardi diviso tra sentimenti di “rassegnazione e schifo”. I terroristi, sottolinea Berardi, si devono solo “augurare che Dio non esista, altrimenti la pagheranno”.

Galmozzi, gli organizzatori confermano la presentazione

“E’ del tutto evidente che sarebbe opportuno che queste cose non si ripetessero e sarebbe meglio che queste persone, invece di cercare di tornare alla ribalta ad ogni costo, cercassero di farsi dimenticare”. Così commenta la vicenda il presidente dell’Associazione italiana vittime del terrorismo e dell’eversione (Aiviter) Roberto Della Rocca.

In una nota Stefano Alberione, presidente de ‘La Poderosa’, il circolo torinese dove questa sera Enrico Galmozzi presentera’ il suo libro ‘Figli dell’Officina’, conferma l’evento: “Ci interessa discuterne e invitiamo a partecipare al dibattito”. Alberione si lancia poi in una delirante difesa della violenza dei terroristi rossi che pure dice di avere contrastato. “Quanto alla violenza, sempre da condannare, ci sembra incommensurabilmente maggiore quella che permette, da postazioni di governo, che delle persone disperate siano lasciate morire, a centinaia, nei nostri mari”. La sintesi insomma è la seguente: meglio l’ex di Prima Linea di Salvini.

 

Commenti

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  • Ezio - Biella 30 Novembre 2019

    La pena di morte per gli assassini avrebbe a suo tempo risolto molte cose….

  • maurizio pinna 30 Novembre 2019

    Felice Maritano 15 ottobre 1974: Carabiniere. Francesco Cusano 2 settembre 1976: Poliziotto. Fulvio Croce 28 aprile 1977 : Avvocato. Carlo Casalegno 29 novembre 1977 : Giornalista. Guido Galli 19 marzo 1980: Magistrato.
    Ho preso 5 nomi a caso da una lunga lista di Persone ASSASSINATE dai terroristi rossi, per significare che il loro sacrifico, 40 dopo, non è servito a niente. Per una certa componente del Paese sono solo compagni che hanno sbagliato.