La Francia libera l’ultimo black bloc di Genova e l’Italia tace. Ma Di Maio se n’è accorto?
Parigi coccola i black bloc. Li difende e li scarcera. È successo con il verdetto della Corte d’Appello di Rennes che negato all’Italia l’estradizione dell’ultimo latitante, responsabile della devastazione di Genova durante il drammatico G8. Da oggi, grazie all’impunità concessa dalla Francia di Emmanuel Macron, Vincenzo Vecchio è un uomo libero.
Black bloc scarcerato, l’Italia tace
E l’Italia che fa? Come reagisce di fronte all’ennesimo schiaffo della Francia, che a fasi alterne si erge a grande amica dell’Italia? Nulla. È assordante il silenzio del governo, delle istituzioni, della diplomazia italiana, della sinistra davanti alla sentenza francese, che ignora allegramente l’accordo bilaterale sull’estradizione e i trattati europei. Quelli che stabiliscono la reciprocità investigativa tra Paesi della Ue.
Di Maio è muto, il Pd è in imbarazzo
A 24 ore dal verdetto, accolto con giubilo dagli intéllos e dai centri sociali scesi in piazza per la liberazione del compagno, non c’è una dichiarazione. Qualcuno dovrebbe avvisare il ministro Luigi Di Maio. Che si guarda bene dal commentare. Neppure una tweet. Sulla sua pagina Facebook informa i follower del suo «bel caffè a Pomigliano per iniziare la giornata”. Ieri si cimentava nel solito duello a distanza con Salvini, ma della scarcerazione del black bloc decisa dai cugini d’Oltralpe non c’è traccia.
Conte è in altre faccende affaccendato
Il premier Giuseppe Conte è in tutt’altre faccende affaccendato. Il Pd e l’intelligenza dei salotti buoni sono impegnate nella denuncia del pericolo fascista-sovranista e nella strenua difesa della democrazia. Un silenzio che sa di tacita assoluzione dei teppisti dei centri sociali che misero a ferro e fuoco Genova. Restituire alla giustizia italiana il black bloc che ha trovato rifugio in Bretagna (dove è stato arrestato lo scorso agosto) non è una priorità di Palazzo Chigi. Ancora una volta la sovranità italiana è schiacciata. Come per la redistribuzione degli immigrati la Francia continua a duellare a distanza con il silente governo italiano.
Il curriculum del black bloc di Genova
Militante dei centri sociali milanesi, Vincenzo Vecchi, latitante da sette anni, è stato arrestato in Bretagna lo scorso agosto. Condannato 11 anni mezzo di carcere, è accusato di devastazione, saccheggio, rapina e porto d’armi. Eppure non sconterà la pena in una prigione italiana. La Francia ha ignora allegramente gli accordi internazionali sull’estradizione. E ha a neutralizzato il lungo lavoro di intelligente tra Italia e Bretagna. Nella regione francese il blck bloc si era riciclato come imbianchino sotto falso nome. Grazie al lavoro investigativo della Digos milanese Vecchi è stato pizzicato e arrestato lo scorso 8 agosto nel comune di Saint Gravé. Tutto inutile: l’impunità diventa legge. Lo schiaffo della Francia è un precedente gravissimo che rompe le sbandierate promesse di maggiore collaborazione tra le forze di sicurezza dei Paesi membri dell’Unione europea.
Come per Cesare Battisti
Fin da subito la Francia si è messa di traverso alla richiesta di estradizione italiana perché Vecchi scontasse legittimamente la pena nel nostro Paese. L’uomo, coccolato dall’intelligenzia francese, la stessa che ha fatto di Cesare Battisti un “eroe, vittima della giustizia fascista”, è stato uno dei più violenti nella devastazione di Genova. Immortalato dalle immagini a volto coperto, vestito di nero, era tra quelli che incendiarono, assaltarono gli agenti, misero a ferro e fuoco la città. Per lui la Francia di Macron e gli intellettuali di sinistra hanno chiuso un occhio facendo scudo intorno al teppista.