I neuroni di Di Maio sembrano palle di un flipper quando pensa a Giorgia Meloni

14 Nov 2019 6:00 - di Francesco Storace

Nella testolina di Di Maio il ronzio deve essere terribile. E’ l’effetto che pare provocargli Giorgia Meloni. Appena il pensiero va su di lei, i neuroni che possiede somigliano alle palle impazzite del flipper, non ragiona più. E spara balle a ripetizione, col sorrisetto ebete. Sta facendo precipitare i Cinquestelle ai minimi, il sorpasso di Fratelli d’Italia lo fa impazzire ogni volta che si va al voto in qualunque territorio. E fra poco teme di vedersi sovrastato anche nei sondaggi.

Ordina grafiche, fa produrre video, si esibisce ovunque e canta la canzoncina della poltrona. Per Di Maio, Giorgia Meloni è la politica “a cui paghiamo lo stipendio da quando ha 20 anni”. E questa è la prima balla. Giorgia Meloni è arrivata in Parlamento alla soglia dei trent’anni, Di Maio a 27. Giggino non ha mai preso una preferenza in vita sua, la leader di Fratelli d’Italia – vedasi le europee – ha visto scrivere il proprio nome dagli elettori sulla scheda – quasi 500mila volte. Di Maio non ci ha nemmeno provato.

Di Maio parla della Meloni ma al governo ci sta con il voto di Casini

Certo, la Meloni ha il torto di aver vinto le primarie in An – non sulla piattaforma Rousseau – nelle sue prime elezioni provinciali. E strappò il seggio nella rossa Garbatella. Militanza politica, quella che i grillini in Parlamento nemmeno sanno che cosa sia. E’ la prima volta che si sente parlare dei sontuosi stipendi in un’amministrazione provinciale… Il capo politico dei pentastellati invece passa da un governo all’altro dalla poltrona di ministro dello Sviluppo a quella degli Esteri e mette nel mirino le poltrone altrui.

Commenti

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  • AndyRandy 16 Novembre 2019

    l’articolo ha un errore di fondo, parla dei neuroni di DIMAIO, come se Giggino ne avesse… 🙂 Ovviamente, il nostro ne è completamente sprovvisto, e fa quel che può riuscendo però, ammettiamolo, a suscitare grande ilarità, come quando parlando di se stesso si definisce uno statista… Poverino, non svegliatelo

  • Cesare 15 Novembre 2019

    Qualcuno ha verificato se ha i neuroni? Per come dicono a Napoli: “tenne a capa per spart’e recchie” (ha la testa per tenere le orecchie divise)

  • alessandro decclesis 15 Novembre 2019

    Questo “grillino”, comparsa del “comico/buffone” non capirebbe nemmeno cosa sono i neuroni perché, solitamente i neuroni ci sono nei cervelli di persone che il cervello lo hanno.

  • Gilberto Fermo 14 Novembre 2019

    Grandioso

  • maurizio pinna 14 Novembre 2019

    Più emergono gli esiti nefasti del loro comportamento più mi convinco che i compagni e i diversamente compagni siano , rispettivamente, figli del neobolscevismo e del neocomunitarismo. Per i primi è la realizzazione di una sorta di impero dell’opportunismo, laddove un mix di compagni e radical dovrebbero acquisire un potere atipico, in cui le decisioni di governo vengono prese nei salotti, nelle sedi di certi giornali e nelle direzioni di certe radio e tv, col supporto dei katanga leninisti dei centri e dei giustizialisti di “buon cuore”. Per i secondi si tratta invece di realizzare l’Arcadia Felix , una storpiatura di ciò che aveva cogitato Adriano Olivetti, un Paese dove le tecnologie sono messe al bando, l’ecologia è interpretata come un “lasciar fare alla natura”, le imprese vanno annientate e la gente campa in un contesto bucolico. Il tutto in un perverso contesto culturale che prevede l’abbattimento di ogni frontiera, in una sorta di tolleranza universale che cancelli ogni identità , razza e struttura sociale.

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