Galli della Loggia: col voto in Umbria è morto il “paradigma antifascista”

4 Nov 2019 12:01 - di Carlo Cozzi
voto in Umbria

Il voto in Umbria è uno spartiacque. Quando è legittimo parlare, a proposito di un evento della politica, di un fatto “storico”? La risposta è tanto elementare da sembrare scontata. Un evento è di portata storica quando segna la fine irreversibile di una determinata fase della conduzione di un Paese; ed apre una stagione del tutto nuova, caratterizzata da un indirizzo diverso o addirittura opposto a quello seguito nella precedente.

Dall’alto della cattedra di massimo esponente della politologia italiana, Ernesto Galli della Loggia ha mostrato di essere ben consapevole di questo assioma. Ha scritto infatti sul Corriere della Sera: “la Prima Repubblica non è finita il 27 marzo con la vittoria di Silvio Berlusconi: è finita domenica sera a Perugia”. L’assunto della Loggia lo dimostra col rigore intellettuale dello storico. Notando che col voto umbro è definitivamente tramontata ogni possibilità di rivitalizzare quel blocco cattolico-postcomunista. Un blocco erede della vecchia accoppiata Dc-Pci , che “era riuscito a tenere a tenere il campo da Mani pulite ad oggi e perfino a governare a lungo”.

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