Fondazione Open, il Riesame: «Da Toto operazioni “dissimulatorie” per finanziare l’ascesa di Renzi»

20 Nov 2019 17:57 - di Redazione
Renzi

Dal «gruppo Toto operazioni dissimultatorie alla Fondazione Open». La fondazione nata per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi. Lo scrivono i giudici del riesame di Firenze nell’ordinanza che respinge il ricorso presentato dalla difesa di Alberto Bianchi contro il sequestro di documenti e materiale informatico nello studio dell’avvocato. Sequestro che  fu eseguito nell’ambito di un’inchiesta che lo vede indagato per traffico di influenze illecite. È accusato di aver ricevuto per una consulenza legale, dalla società di costruzioni Toto, del denaro che poi lo stesso Bianchi ha versato alla Fondazione Open di cui era presidente.

Open, la decisione del Riesame

Per il Riesame, le operazioni con cui nel settembre del 2016 l’avvocato Alberto Bianchi finanziò per un totale di 200mila euro la Fondazione Open di cui era presidente, «appaiono dissimulatorie di trasferimento diretto di denaro dal gruppo Toto Costruzioni Generali alla Fondazione Open». «Pertanto può ritenersi sussistente il fumus dei reati contestati».  Nello stesso anno lo studio di Alberto Bianchi aveva ricevuto dal gruppo Toto circa due milioni di euro come pagamento per prestazioni professionali.

Legittimo il sequestro nello studio di Bianchi

Quindi il sequestro della documentazione e del materiale informatico (un pc, un iPad e un iPhone) eseguito dalla guardia di finanza lo scorso settembre nello studio dell’avvocato Albero Bianchi è stato “del tutto legittimo”. E ha rispettato “il criterio di adeguatezza e proporzionalità” previsto dalla legge.

Il difensore di Bianchi

Nel suo ricorso al riesame l’avvocato Nino D’Avirro, difensore di Bianchi, aveva chiesto che il sequestro fosse riconosciuto illegittimo poiché effettuato su tutta la documentazione informatica relativa alla Fondazione Open, e non solo sulla parte oggetto d’indagine, relativa ai rapporti tra Bianchi, il gruppo Toto e la Fondazione. Secondo il riesame, il sequestro invece è legittimo e necessario agli investigatori per indagare sui rapporti economici tra gruppo Toto, avvocato Bianchi e Fondazione Open.

I rapporti con un altro imprenditore

Ma anche quelli tra la fondazione e un altro imprenditore, ad essa legato da rapporti economici, Patrizio Donnini. L’imprenditore a sua volta, sempre nel 2016, avrebbe ricevuto dal gruppo Toto oltre 4 milioni di euro. In parte con operazioni di compravendita di quote societarie effettuate dalla società immobiliare Immobil Green di Firenze.

La Fondazione Open e Matteo Renzi

La Fondazione Open fu creata nel 2012, poco prima della partecipazione per la prima volta di Renzi, all’epoca sindaco di Firenze, alle primarie nazionali del Pd per la carica di segretario del partito. In cui fu sconfitto da Pierluigi Bersani. Nel consiglio direttivo, oltre a Bianchi che ne era il presidente, sedevano Maria Elena Boschi, con la carica di segretario generale. Poi Marco Carrai e Luca Lotti. Sul sito internet della fondazione era possibile leggere i nomi dei finanziatori che avevano dato il consenso alla pubblicazione online.

Commenti

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  • Luisa 21 Novembre 2019

    Incommentabili, la banda bassotti in azione.

  • Piro Nicolo 21 Novembre 2019

    Non è tutto o quello che si deve scrivre e dire: il bischero “acchiappacani” randagi e sperduti senza collare in cerca di un tenero panotto di crusa ha dietro di sé le deviate e peggiori gerarchie ecclesiastiche e massoniche italiane, e non solo, che ritengp di averlo postato bene tra i costruttori del Nuovo Ordine Mondiale pur sapendo bene che è n vuoto a perdere. Una situazione che dovrebbe essere ambito speciale di una efficiente Polizia politica che senza ombra di dubbio identifico in una rivisitata OVRA, che KGB e Gestapo non fu, e che, ahinoi, resta soltanto una chimera e un ricordo.

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