Ex-Ilva, sotto esame dei pm violazioni fiscali, forniture, comunicazioni ai mercati e contratto d’affitto

20 Nov 2019 16:27 - di Redazione
ilva arcelor mittal

Sono molteplici gli aspetti nell’inchiesta sull’ex-Ilva che la Procura di Milano sta valutando in queste ore.
E riguardano sia le comunicazioni al mercato, sia il “contratto quadro d’affitto” dell’azienda siderurgica. Ma anche i rapporti con fornitori e clienti, l magazzino e gli acquisti infragruppo di materie prime. E, infine, alcune presunte violazioni fiscali.

I pm di Milano che indagano sull’Ilva si stanno concentrando, per prima cosa, sui comunicati stampa rilasciati nelle ultime settimane. E, in particolare, su quello del 15 ottobre scorso. Che annunciava la nomina di Lucia Morselli come presidente e amministratore delegato di ArcelorMittal Italia.

In particolare, i magistrati milanesi stanno valutando le frasi della Morselli nel comunicato di ottobre, comunicato che si trova tuttora sul sito del gruppo.

«Non esiste forse oggi in Italia una sfida industriale più grande e più complessa di quella degli impianti dell’ex-Ilva – diceva la supermanager, chietina come Sergio Marchionne – Sono molto motivata dall’opportunità di poter guidare ArcelorMittal Italia. E farò del mio meglio per garantire il futuro dell’azienda. E far sì che il suo contributo sia apprezzato da tutti gli stakeholder».

Parole che, secondo l’accusa, vengono ora meno con la decisione successiva del gruppo franco-indiano di lasciare Taranto. E con l’atto di citazione del 4 novembre con cui ArcelorMittal chiede di recedere dal contratto di affitto. E dà il via alla causa civile davanti al Tribunale di Milano.

La manager chiamata a rilanciare l’ex-Ilva guidava i competitor di Acciaitalia

La manager, che fino a un anno e mezzo fa guidava Acciaitalia, e, cioè, la cordata perdente nella gara per l’Ilva, venne chiamata in sostituzione di Matthieu Jehl. L’allora presidente e Ceo rispedito, con nuove responsabilità, all’interno di ArcelorMittal.

La Procura di Milano lavora anche sulla questione dei prezzi delle materie prime praticati «negli acquisti infragruppo. Prezzi che potrebbero essere stati gonfiati erodendo il patrimonio Ilva.

Secondo i commissari straordinari, il gruppo franco-indiano ha «ricevuto un magazzino del valore di 500 milioni di euro». Che avrebbero esaurito senza procedere ad alcun ulteriore acquisto.

I pm hanno anche aperto un’inchiesta per violazioni fiscali relativa ad una società. Che avrebbe operato commercialmente in Italia per il gruppo, tra il 2013 e il 2014. Ma avrebbero occultato al fisco per pagare meno tasse in Lussemburgo.
Al momento, tuttavia, il fascicolo resta un “modello 44“, cioè senza indagati.

Nuovi testimoni – alti dirigenti – sfilano, intanto, al quarto piano della Procura di Milano nell’inchiesta sull’ex-Ilva affidata ai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli. Che indagano per aggiotaggio informativo e violazione della legge fallimentare.
Fra le persone ascoltate dai magistrati come persone informate dei fatti, Steve Wampach, direttore Finance di ArcelorMittal Italia.

In questo caso l’interesse dei magistrati riguarda il “contratto quadro d’affitto” tra l’Ilva in amministrazione straordinaria e le società del gruppo. E i rapporti con fornitori e clienti, «con particolare riferimento alla continuità degli ordinativi».

 

Commenti

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  • Giancarlo Cotroneo 21 Novembre 2019

    Neanche la ‘ndrangheta , la camorra , la sacra corona unita e la mafia ricorrono a ritorsioni ed a comportamenti estorsivi simili !
    E’ l’umiliazione dello stato di diritto e la plateale dimostrazione dell’asservimento dei magistrati al potere politico .
    Adua , Caporetto e l’8 settembre sono sempre lì , a ricordarci la nostra miserabilità .
    Oggi : l’appoggio a Maduro , l’Alitalia , il ponte Morandi , Arcelor Mittal ……………..