Dark Web, il lato oscuro di internet. E, purtroppo, entrarci è un gioco da ragazzi

23 Nov 2019 16:51 - di Redazione
Dark Web

Una gigantesca rete di merchandising dell’illecito dove è quasi impossibile farsi ‘beccare’. Questo è il Dark Web. “I siti cambiano indirizzo circa una volta a settimana – spiega il professor D’Amore – ma soprattutto quello che rende difficilmente rintracciabile sia il venditore sia il cliente, è che tra l’utente e l’indirizzo web ci sono almeno cinque o sei snodi digitali”. Cliccando sullo schermo con la competenza di chi queste cose le insegna, il professore ci mostra infatti che tra noi e il sito dove è possibile affittare un hacker c’è un server in Germania, poi uno in Francia, quindi un altro nuovamente in Germania e poi altri tre snodi non localizzabili prima di giungere al dominio finale.

“Per capire dove siamo arrivati basta cercare semplicemente Google e vedere in che lingua è impostata la pagina: siamo alle Seychelles”. Insomma, un sistema di scatole cinesi che fa perdere le tracce e che tutela acquirenti e venditori. “L’altra cosa interessante, da tener presente – spiega D’Amore – è che la lingua ufficiale del dark web è l’inglese. Appena uno usa una lingua non inglese fa un passo per essere identificato”.

Ma, c’è da chiedersi, se è tanto facile entrare nel dark web come mai questi siti non sono stati ancora oscurati? “Perché conoscere l’indirizzo di un sito e collegarsi al sito – conclude il professore allargando le braccia – non consente di trovare dov’è il sito, né consente di attivare meccanismi per bloccarne le attività”.

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