Corbyn nei guai: il rabbino capo di Gran Bretagna lo accusa di antisemitismo
Sono ore difficili per il leader laburista Jeremy Corbyn. In un articolo sul Times, il rabbino capo della Gran Bretagna, Ephraim Mirvis, ha lanciato un durissimo atto d’accusa. Il leader laburista è colpevole a suoi giudizio di aver consentito al “veleno” dell’antisemitismo di “mettere radici nel Partito laburista”. Se Corbyn dovesse diventare premier, ha scritto Mirvis, ci sarebbe da temere per “la bussola morale del nostro Paese”.
È un attacco senza precedenti, lanciato a poco più di due settimane dal voto. Un voto che – secondo gli ultimi sondaggi – continua a vedere il partito laburista in netto svantaggio rispetto ai conservatori. Il Poll of Polls di Politico.eu dà oggi il partito conservatore al 42%; i laburisti al 31; i lib-dem al 14; il partito della Brexit al 4; il partito nazionale scozzese e i verdi entrambi al 3%.
“Non spetta a me dire a qualunque persona per chi votare”, ha premesso il rabbino capo, non senza tuttavia bollare di fatto Corbyn come inadeguato al ruolo di premier e come “incompatibile con i valori britannici di cui andiamo tanto fieri il modo in cui la leadership laburista ha affrontato il razzismo anti-ebraico”.
L’attacco, respinto dal vertice Labour, è arrivato nel giorno della presentazione d’un manifesto laburista ad hoc su libertà di fede e lotta al razzismo, e della chiusura dei termini per l’iscrizione nelle liste elettorali del Paese.
Corbyn ha spostato decisamente a sinistra l’asse del partito laburista. Per tale motivo la sua elezione a leader del Labour è stata ferocemente osteggiata da Tony Blair. Anche se ormai fuori dai giochi, l’ex premier esercita ancora un forte ascendente sul partito. E tenta di riportarlo su posizioni moderate. Finora però i risultati hanno dato ragione a Corbyn. Come nelle elezioni del 2017. Ora però la situazione è cambiata. Le ambiguità sulla Brexit lo penalizzano. E spunta anche l’accusa di antisemitismo.