Concessa la semilibertà a Scopelliti. Dovrà tornare in carcere ogni sera

27 Nov 2019 14:31 - di Eugenio Battisti
Scopelliti

Concessa la semilibertà a Giuseppe Scopelliti.  Dopo aver già scontato in galera 1 anno e 8 mesi, l’ex sindaco di Reggio Calabria (dal 2002 al 2010) e governatore della Calabria (dal 2010 al 2024) dovrà restare ancore in carcere.

Concessa la semilibertà a Giuseppe Scopelliti

Il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria gli ha concesso solo la semilibertà. Il politico reggino, infatti, dovrà tornare in cella ogni sera alle 21. Potrà avvalersi della  semilibertà dalle 8  alle 21 dal lunedì a venerdì. Nei weekend potrà rimanere a casa con la famiglia. Scopelliti è stato condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi di reclusione nel processo “Fallara”. Con l’accusa di abuso d’ufficio e falso. È accusato di irregolarità nei bilanci del Comune di Reggio Calabria quando era sindaco. Sempre proclamatosi innocente, dopo la condanna del 5 aprile 2018 si è costituito in carcere ad Arghillà.

Una sentenza severa che fa discutere

«Le sentenze si rispettano e il dottor Scopelliti, da uomo delle istituzioni, lo ha fatto ancora prima che questa sentenza venisse eseguita. La accetta, ma come la sua difesa, dissente», disse all’epoca il suo avvocato, Aldo Labate.  Tutte le argomentazioni della difesa sono state rigettare dalla Cassazione. «Non è mai stato provato il concorso di persona nel reato. C’è sempre stata carenza della prova del concorso di Scopelliti nella falsificazione. Anche i motivi del ricorso erano imperniati su questo».

Ai vertici del gradimento dei sindaci d’Italia

L’ex sindaco di Reggio Calabria ha sempre proclamato la sua totale estraneità ai fatti. Con grande dignità ha rispettato il verdetto. E si è dimesso dal suo incarico. Sentendosi una persona incensurata, incarcerata senza aver commesso reati.

Colpisce anche l’entità della pena con cui si è conclusa la vicenda giudiziaria. I tre revisori dei conti (ai quali spetta tecnicamente il controllo sulla regolarità del bilancio) del Comune sono stati condannati a 2 anni e 4 mesi. Che significano niente carcere. Paradossalmente, la sua responsabilità è stata giudicata maggiore di coloro che hanno il compito istituzionale di verificare il bilancio, che invece non è dovere del sindaco. Che non ne ha la competenza tecnica.

Lo stesso Scopelliti ha parlato di una sentenza clamorosa «che lancia un messaggio inquietante e pericoloso per tutti gli amministratori del Paese. A oggi non è emerso un solo elemento probatorio che consenta di individuare la certezza della mia responsabilità. Credo che ci siano anche delle riflessioni da fare. Io ho firmato gli stessi atti che ha firmato il sindaco facente funzione che mi ha sostituito».

Scopelliti ha dalla sua un curriculum politico di razza. Militante di destra fin da giovanissimo, muove i primi passi in politica con il Movimento sociale italiano, è stato segretario nazionale del Fronte della Gioventù. Sindaco amatissimo per due legislature, al suo nome è legata una stagione di grande rinascita di Reggio, a lui si devono opere pubbliche progettate e realizzate, efficienza nei servizi e una nuova immagine della città diventata protagonista nel Mediterraneo. Un sondaggio del Sole 24Ore nel 2010 lo ha incoronato il  sindaco più amato d’Italia, dopo otto anni di guida della città di Reggio Calabria.

«Il tempo farà giustizia, ma non restituirà il tempo strappato alla famiglia, alla sua gente e alla sua Comunità politica», è uno dei tanti messaggi di solidarietà che viaggiano sui social in queste ore.

Commenti

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  • Ezio 17 Dicembre 2019

    Siamo alle solite cose italiane, calabresi, reggine.
    Italiane = Giustizia ingiusta
    Calabresi = Eliminare e screditare chi vale
    Reggine= Invidiare chi sa fare.
    Con tutti i suoi errori e difetti, forza Peppe e auguri