Banda della Magliana, arrestata di nuovo per droga la sedicente pentita Fabiola Moretti
Finisce di nuovo nei guai per droga Fabiola Moretti, ex-compagna di Danilo Abbruciati, capo storico della Banda della Magliana. Ed ex-compagna anche di un personaggio minore della “Bandaccia” poi pentito, Antonio Mancini, detto l’Accattone.
Ma anche amica personale del boss Renatino De Pedis, ucciso in un agguato a Campo de’ Fiori. E, poi, tumulato nella basilica vaticana di Sant’Apollinare.
E’ stata arrestata in via Laurentina, a Roma, con oltre cento grammi di cocaina nel reggiseno.
La sedicente pentita della Banda della Magliana testimoniò anche al processo per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli.
Non è la prima volta che la Moretti finisce nei guai per droga.
Un precedente arresto per traffico di stupefacenti risale infatti al 2016.
Risalgono, invece, all’anno precedente, una serie di intercettazioni acquisite agli atti del processo Cucchi.
Le intercettazioni sono Riccardo Casamassima, l’appuntato dei carabinieri che, con le sue dichiarazioni, nel 2016, ha consentito la riapertura dell’inchiesta sul pestaggio subito da Stefano Cucchi.
Lo strano incrocio fra Banda della Magliana e processo Cucchi
Fra Casamassima e la Moretti ci sarebbe stato – secondo gli investigatori della Squadra mobile capitolina – un rapporto “molto stretto”.
Testimoniato da una serie di conversazioni telefoniche nel corso delle quali i due “utilizzano frasari convenzionali. E questo al fine di non far comprendere il vero significato dei loro discorsi”, secondo un’informativa del 27 giugno 2015. Firmata da Stefano Signoretti, dirigente della I sezione della Squadra Mobile di Roma.
Accuse da cui Casamassima si è sempre difeso. Respingendo ogni accusa. E spiegando che la Moretti era una sua informatrice.
Casamassima era indagato per droga con altre 4 persone tra cui la sua compagna, anche lei appuntato dei Carabinieri.
Il carabiniere ha sempre negato qualunque ambiguità e responsabilità in qualsiasi presunto illecito.
Il linguaggio criptico fra il carabiniere e la donna della Magliana
L’allora dirigente della Squadra Mobile di Roma, Signoretti ha invece ipotizzato, nel corso di un’udienza del processo Cucchi bis, che il linguaggio criptico usato nelle conversazioni tra l’appuntato dei Carabinieri e la sedicente pentita della Banda della Magliana alludesse all’acquisto di droga.
“I contatti intercorsi con la Moretti – dice in aula Signoretti (precisando peraltro che Casamassima “certamente non sospettava di essere intercettato”) – sono inequivocabilmente finalizzati all’acquisto di sostanza stupefacente“.
E questo, aggiungeva il dirigente di polizia, “sia sotto il profilo del contenuto, sia sotto il profilo delle modalità di incontro tra i due”.
“Tutte queste cose estremamente criptiche – spiegò Signoretti – sono conversazioni tipicamente funzionali al perfezionamento di sostanze illecite, all’acquisto di sostanze illecite“.
E’ il caso, secondo la Squadra Mobile, della telefonata del 24 giugno 2015: fra Casamassima e l’ex-donna dei boss della Banda della Magliana.
“Senti che ci riusciamo a vedere vicino al supermercato?”, chiede il teste chiave del caso Cucchi alla Moretti. Dopo che hanno preso accordi per incontrarsi, la sedicente pentita della Banda della Magliana gli domanda “eh, senti, te dovemo prende 1 o 2 casse d’acqua?”.
“No no, una cassa d’acqua che ho visto l’offerta, che non è proprio, hai capito?”, risponde lui.
“Appare piuttosto singolare – scrivono gli investigatori nell’informativa – che Casamassima per incontrarsi con la Moretti, ovvero suo figlio, si debba recare nei pressi di un supermercato. E che la donna gli debba acquistare una o due casse d’acqua“.