Aveva ragione il Secolo d’Italia: Miccichè molla la presidenza della Lega calcio causa inchiesta

19 Nov 2019 16:45 - di Redazione

Gaetano Miccichè molla la Lega calcio di serie A. Lo hanno inquietato le indiscrezioni sulla conclusione dell’istruttoria sulla nomina, contestata con un esposto alla Procura federale e giunta all’ultima tappa. Una vicenda abbastanza anomala, che il Secolo d’Italia – tra i primissimi – aveva seguito con attenzione.

C’è da dire che Miccichè l’ha presa molto male: ”Desidero annunciare, con questa dichiarazione, le mie immediate dimissioni dalla carica di Presidente della Lega di serie A”. “Le indiscrezioni di oggi apparse sui giornali relative alla chiusura dell’istruttoria sulla mia sono inaccettabili e mi impongono questa decisione”. E ha aggiunto: ”Non voglio entrare nel merito dello svolgimento dell’assemblea che mi ha eletto. Io non ero presente. Leggo solo un verbale firmato per accettazione da tutti gli azionisti presenti alla riunione alla quale hanno partecipato anche professionisti autorevoli e competenti come Gerardo Mastrandrea, Ruggero Stincardini, Ezio Simonelli, Paolo Nicoletti e il notaio Giuseppe Calafiori che, ognuno nel proprio ruolo, hanno vigilato sul corretto svolgimento dell’assemblea e nulla hanno avuto da eccepire. Sono stato chiamato in Lega con dichiarazioni unanimi di voto e le ho dedicato molto tempo ed energie”, ha aggiunto Miccichè.

Frana la linea difensiva di Miccichè

In realtà, è franata la linea di difesa coltivata con l’illusione che bastasse la linea eretta dal “suo” – anche suo… – Corriere della Sera a legittimarne l’azione. L’assemblea chiamata ad eleggere Miccichè avrebbe dovuto votare a scrutinio segreto. Ma lo scrutinio delle schede non avvenne – si dice – perché nel suo caso probabilmente non si sarebbe raggiunta l’unanimità. Infatti, si era reso necessario votare una modifica alla statuto riguardante il conflitto d’interesse dello stesso candidato alla presidenza della Lega calcio, che serviva a superare ogni ostacolo in presenza di una votazione unanime. In realtà, le dichiarazioni orali dei votanti sostituirono lo scrutinio delle schede per timore – si dice – di voti contrari tra i presenti.

Il silenzio dei giornaloni

Ora l’epilogo di una partita che sullo sfondo riguarda quasi un miliardo e mezzo di diritti televisivi del calcio. E ovviamente i criteri di ripartizione tra le società e una mole di interessi assolutamente rilevanti. Il Secolo d’Italia, a differenza dei giornaloni che hanno ignorato i fatti, non mancherà di informare i suoi lettori sugli ulteriori sviluppi.

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