Assaltarono l’auto di Salvini a Bologna: a giudizio venti attivisti dei centri sociali
Nel giorno in cui Matteo Salvini lancia la candidatura di Lucia Borgonzoni alla presidenza della Regione Emilia Romagna, arriva la prima decisione sull’aggressione che il leader della Lega subì l’8 novembre del 2014. Il gup Alberto Gamberini ha rinviato a giudizio 20 attivisti del centro sociale Hobo. Assaltarono l’auto di Salvini, dove erano presenti anche la stessa Borgonzoni, l’allora candidato Alan Fabbri e la consigliera comunale della Lega Mirka Cocconcelli. Gli attivisti sfondarono il lunotto anteriore, posteriore e finestrini laterali con caschi e fibbie usati come oggetti contundenti. E poi calci, pugni. Uno salì anche sul tetto dell’auto. Per la Lega a seguire il caso è stato l’avvocato Massimiliano Bacillieri.
Assaltarono l’auto di Salvini, la decisione del gup
L’aggressione avvenne al termine di una visita al campo nomadi di via Erbosa, a Bologna. A quel punto gli estremisti di sinistra assalirono l’auto su cui i tre viaggiavano. I reati contestati, a vario titolo, sono violenza privata, danneggiamento aggravato e lesioni aggravate. Il reato di ingiuria è stato depenalizzato ed è stato prescritto il possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere. Inoltre, in otto rispondono di lesioni aggravate per l’aggressione, avvenuta lo stesso giorno, al giornalista de Il Resto del Carlino Enrico Barbetti, che cadendo riportò la frattura di un gomito. Per l’episodio si sono costituiti parte civile la Poligrafici editoriale e il giornalista stesso. Per quanto riguarda, invece, la contestazione agli esponenti leghisti erano già stati accettati come parti civili la Lega, Matteo Salvini, Alan Fabbri e Lucia Borgonzoni. Il processo inizierà il 13 maggio 2020. Una posizione, la 21esima, è stata stralciata per difetto di notifica.
Borgonzoni: «Bene rinvio a giudizio»
«Bene il rinvio a giudizio degli attivisti dei centri sociali che hanno assaltato la nostra auto l’8 novembre del 2014». Si mostra soddisfatta la candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Lucia Borgonzoni. «Buon senso dice che chi assalta auto, sfonda lunotti, mette a ferro e fuoco una città, si dice democratico e poi usa metodi violenti è giusto che paghi e paghi severamente. Mi auguro che il processo possa portare a condanne che siano anche di monito a chi sbandiera la democrazia e poi usa la violenza. Nella Bologna e nella Regione che abbiamo in mente atteggiamenti e azioni di questo tipo non avranno mai statuto. Rinnovo inoltre la nostra solidarietà a Enrico Barbetti. Giornalista del Carlino aggredito in quella giornata, con 30 giorni di prognosi e fratture. Un grave attacco alla persona e l’ennesimo, vergognoso, tentativo di tappare la bocca, anche alla stampa».