2 novembre al Verano: fiori freschi sulle tombe di Almirante e Petacci
Il 2 novembre al Verano si prega anche per i defunti illustri. Fede e passione per chi ha fatto grande la storia del cinema, del teatro, della musica. Ma anche per i grandi leader politici. Nella giornata in cui ci si raccoglie in preghiera per commemorare i defunti, c’è chi al camposanto capitolino lascia un fiore davanti alle tombe dei famosi.
Da Alberto Sordi a Rino Gaetano, da Bud Spencer a Edoardo De Filippo e poi Vittorio Gassman, Vittorio De Sica. Tra i viali alberati del Cimitero Monumentale di Roma, in tanti si fermano a rendere omaggio ai grandi della storia. Non solo i romani, ma anche molti stranieri vengono apposta per salutare i propri beniamini.
Turisti tedeschi sulla tomba di Bud Spencer
Un gruppo di turisti tedeschi sbircia nella cappella dove è sepolto Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, scomparso nel giugno 2016. Si scambiano battute e parlano di lui, attore amatissimo in Germania. Davanti alla tomba di Alberto Sordi, madre e figlia lasciano un fiore a quello che considerano “un divo immenso”. Due ragazze all’entrata del Verano, chiedono informazioni per arrivare davanti a colui che in versi e note le ha accompagnate in gioventù: «Siamo qui per Rino Gaetano, oggi è la giornata giusta per rendere omaggio al nostro artista. Qualche giorno fa era il suo compleanno, avrebbe compiuto 69 anni…».
Al Verano le tombe di molti politici
Poco distante dal luogo di sepoltura di Sordi, c’è un altro pezzo di storia. Stavolta politica. Di fronte alla tomba di Giorgio Almirante, padre della destra italiana, ci sono fiori freschi. Segno che in mattinata parenti, amici o semplici cittadini li hanno lasciati. Un garofano e due rose rosse sono invece sulla tomba di Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, un’unione anche nell’aldilà, visto che riposano insieme nel cimitero del Verano. Non troppo distante, la monumentale tomba di Claretta Petacci, restaurata nel 2017 dopo anni di abbandono grazie a una raccolta fondi. Oggi la tomba della fedele compagna del Duce è piena di fiori. La morte, come la celebre livella declamata da Totò, mette tutti sullo stesso piano.
Dicono che si gettò su di lui, cercando di fargli da scudo, di fronte al cancello di villa Feltrinelli, nell’estremo tentativo di salvargli la vita, non sapremo mai come è andata, i compagni sono sempre stati abili nell’arte dell’occulto. Morì senza sapere che i “liberatori” le avevano assassinato il fratello, colpevole di essere suo parente, come l’autista e il pilota di Mussolini. Uccidevano così, in quella fredda primavera del 45, i liberatori, quelli che di li a poco avrebbero redatto la Costituzione “più bella del mondo”.