“Trump consegni le dichiarazioni dei redditi, ha comprato il silenzio di due modelle”

7 Ott 2019 18:08 - di Laura Ferrari

Donald Trump dovrà sottoporre all’autorità giudiziaria otto anni di dichiarazioni fiscali. Lo ha stabilito il giudice Victor Marreo, della corte federale di Manhattan, respingendo gli argomenti presentati dai difensori di Trump, secondo i quali un’indagine sul presidente ne comprometterebbe la capacità di assolvere ai suoi doveri costituzionali.

I legali del presidente Usa hanno già annunciato ricorso contro la sentenza odierna. Gli oppositori di Trump da tempo chiedono che il presidente, in linea con quanto fatto dai suoi predecessori, renda pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi. La richiesta si inserisce nell’ambito dell’indagine sui presunti pagamenti illeciti effettuati da Trump. Il presidente Usa avrebbe comprato il silenzio di due modelle: la pornostar Stormy Daniels e la coniglietta di Playboy, Karen McDougal. Nell’indagine di Vance è coinvolto anche Michael Cohen, ex avvocato di Trump, ora in carcere. Il presidente Usa ha negato di avere avuto una relazione con la Daniels e accusato Vance, che è un democratico, di condurre la sua inchiesta spinto da motivazioni politiche.

Il presidente incastrato dal suo avvocato

La battaglia sulle dichiarazioni fiscali di Trump parte dall’indagine del procuratore distrettuale di Cyrus Cyrus R. Vance Jr. sulle indennità per il “silenzio” delle modelle.  «Vance ha iniziato la sua indagine dopo che i pubblici ministeri federali a Manhattan hanno completato le loro indagini sui pagamenti che l’ex avvocato personale di Trump, Michael Cohen, ha organizzato per  pagare l’attrice porno Stormy Daniels e la modella Karen McDougal». Centocinquanta mila dollari a testa, per metterle a tacere durante la corsa presidenziale. «La società di Trump in seguito ha rimborsato Cohen».

“Ho pagato le due donne per conto di Trump”

Cohen deve scontare tre anni per molteplici reati. In particolare per frode e per violazione del finanziamento della campagna elettorale di Trump. A febbraio, è stato convocato dal Congresso Usa. Tra le “prove inconfutabili” che Cohen presentò al Congresso vi era «una copia di un assegno che il tycoon ha scritto dal suo conto bancario personale – dopo essere diventato presidente – per rimborsarmi per i pagamenti in denaro che ho fatto per coprire la sua relazione con una star del cinema per adulti e prevenire danni alla sua campagna».

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