Plastic tax, il “Verde-rosso” Edo Ronchi boccia i suoi ex-compagni Pd: inefficace per l’ambiente
Inefficace dal punto di vista ambientale e in contrasto con le direttive europee: Edo Ronchi, storico ambientalista ed ex-ministro dell’Ambiente, boccia senza appello la plastic tax.
«Una tassa tanto al chilo, indifferenziata, uguale per tutti gli imballaggi in plastica, monouso o meno, riciclabili o meno, fatti con plastiche riciclate o no, che genera introiti per fare cassa e finanziare altre spese, invece che destinarne i proventi alla prevenzione, al riutilizzo, al riciclo e alle raccolte, è in contrasto con gli indirizzi europei ed è inefficace dal punto di vista ambientale», mette in guardia Ronchi.
Ronchi: ridurre gli imballaggi monouso più che tassare
Dalla poltrona di presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, Ronchi guada con sospetto alla plastic tax. Spiega di avere un’idea molto precisa sulla tassa sugli imballaggi in plastica prevista nel Documento programmatico di bilancio varato dal governo, giallo-rosso. E non è un’idea che coincide con quella dei suoi ex-compagni di partito.
Fondatore, con Rutelli, dei Verdi arcobaleno, Ronchi, eletto deputato, venne nominato ministro dell’Ambiente nel governo Prodi. E è riconfermato da D’Alema. Salvo poi dimettersi dall’incarico senza più ricandidarsi con un beau geste. In polemica con Giuliano Amato che gli aveva sfilato dalle terga la poltrona di ministro dell’Ambiente per offrirgli, come contentino, quella di titolare delle Politiche comunitarie.
Fondatore di Sinistra Ecologista, aderisce agli allora Democratici di Sinistra.
Insomma un cursus onorum nella politica ambientalista della sinistra che consente a Ronchi, ora, di essere ruvido e franco con il Pd.
Tra l’altro, ricorda Ronchi, la tassa si aggiungerebbe al ”contributo ambientale” di 450 milioni all’anno che già si paga per questi imballaggi.
«Adeguamento del “contributo ambientale”, no alla plastic tax»
«Servirebbero, invece maggiori risorse da investire per migliorare le performance ambientali degli imballaggi in plastica», suggerisce Ronchi ai Dem. E questo «per ridurre quelli monouso. Per aumentare l’attuale insoddisfacente tasso del 43,4 per cento di riciclo. E per superare il target minimo del 55 per cento per cento. Fissato dalla nuova Direttiva al 2030».
Per Ronchi questa tassa deve quindi sostituita, recependo le nuove Direttive europee, con un adeguamento normativo del ‘‘contributo ambientale” per gli imballaggi in plastica – aumentandolo quanto serve – impiegandolo di più anche per la prevenzione, per la riduzione del monouso, differenziandolo, meglio di quanto già non si faccia, per gli imballaggi in plastica riutilizzabili e più facilmente riciclabili rispetto agli altri. Riducendolo, in proporzione, al contenuto di plastica riciclata».
«Il vigente sistema del contributo ambientale per gli imballaggi – conclude Ronchi – a differenza della tassazione, consente rapidi e frequenti adeguamenti, necessari per la copertura dei costi, variabili per quantità e qualità, delle raccolte differenziate». E anche «per intervenire, quando necessario, per garantire il ritiro e la corretta gestione di tutta la plastica proveniente dalle raccolte differenziate».