“Parlateci di Bibbiano”, nuovo sit-in a Montecitorio per non insabbiare lo scandalo

2 Ott 2019 16:26 - di Redazione
Bibbiano

Parlateci di Bibbiano. Tornano alla carica per la terza volta. Dopo il sit-in del 26 luglio e dello scorso 12 settembre, giovedì 3 ottobre l’associazione Nessuno resti indietro torna in piazza Montecitorio con un presidio no stop  (a partire dalle ore 16) per protestare contro l’insabbiamento dello scandalo di Bibbiano.

Parlateci di Bibbiano, i bambini non si toccano

La triste vicenda, scoperchiata dall’inchiesta Angeli e Demoni, che coinvolge istituzioni locali a guida Pd, tribunali dei minori, assistenti sociali. Un pressing popolare, tra i promotori anche il comitato civico “Noi non abbassiamo la guardia su Bibbiano”, per alzare la voce e chiedere al palazzo di ascoltare la protesta.

Il pressing di “Nessuno resti indietro”

La convocazione corre sui social con l’obiettivo di sensibilizzare parlamentari ed esponenti politici perché non si assecondi il silenzio imbarazzato imposto dal Pd sulla scandalosa vicenda e l’ipocrisia grillina. I 5Stelle, che furono i primi a scagliarsi contro la deriva morale del Pd gridando allo scandalo, in queste settimane sono muti. “Forse” perché oggi Luigi di Maio governa allegramente proprio con la sinistra di Bibbiano. «Ora che, da oltre un mese, Di Maio rinnegando se stesso, ha tradito i suoi elettori alleandosi con i “silenziatori del Pd”, non c’è altro da fare se non tenere alta la voce».

Aspettiamo risposte dai politici

Non daremo tregua a chi specula sui bambini in nome del business, spiegano i promotori  della manifestazione di domani. “Poco o nulla ci impedisce di ricordare, molto o tutto di dimenticare”, si legge sulla locandina di presentazione del presidio davanti a Montecitorio. Parlateci di Bibbiano è soprattutto un appello è a senatori e deputati perché rispondano. «Avevamo promesso che avremmo continuato a sollecitarli di parlarci di Bibbiano – spiegano da Nessun resti indietro – domani davanti al Palazzo del potere per rompere la cortina di silenzio.  Aspettiamo che quel portone si apra e che chi crede  che questo attacco frontale alla famiglia vada respinto, venga sulla nostra transenna. Venga a raccogliere il nostro invito, prenda il nostro megafono e urli con noi il suo sdegno. E ritorni nel Palazzo per agire, per stanarli, per costringerli a rispondere».

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