Omicidio di Luca Sacchi, la famiglia tra dolore e sconcerto: «Droga? Ma se non beveva e non fumava…»

25 Ott 2019 15:48 - di Gianluca Corrente
Luca Sacchi

Quelle parole del capo della Polizia,  Franco Gabrielli, hanno lasciato l’amaro in bocca alla famiglia di Luca Sacchi. Dire che «gli accertamenti non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati» è lanciare ombre sulla vittima. A poche ore dal barbaro assassinio. A poche ore da quella pallottola sparata intesta a un giovane di 24 anni.

Non c’è solo dolore, tra i parenti di Luca. C’è rabbia e sconcerto.  L’appartamento in zona Appio Tuscolano dove Luca Sacchi viveva insieme ai genitori è un viavai di parenti, amici, conoscenti. Ad aprire il portone è la zia della vittima. Ha gli occhi gonfi mentre chiama a parlare il papà del ragazzo. «Stiamo decidendo con l’avvocato il da farsi, ancora non ce la sentiamo di parlare o commentare quanto accaduto». Tanti i parenti stretti intorno a lui e alla moglie che però «è a letto, provata da un dolore troppo grande» dice un altro zio.

«Luca era un ragazzo dolce, buono, che amava lo sport. Voleva aprirsi una palestra per conto suo, farsi una famiglia con dei figli. Era fidanzato da 5 anni, nonostante fosse un bel ragazzo aveva solo Anastasiya». Sono le parole di Fabrizio, il fratello del padre di Luca Sacchi. «Ora i suoi sogni sono infranti. Luca non beveva, non fumava, tutti i suoi organi sono stati espiantati proprio perché era in perfetta salute. Solo l’occhio era inutilizzabile, colpito dal proiettile».

Gli occhi dello zio sono lucidi, fatica a parlare. Ribadisce: «Non conosceva i due ragazzi fermati. Poi giravano con una pistola, come si fa ad accomunarli a Luca? Qui non si è più sicuri, non è giusto togliere la vita così a un ragazzo e rovinare 5/6 famiglie». Racconta il dolore della madre, della cognata, di tutti quanti amavano la vittima: «La nonna che tutti i giorni sentiva Luca – dice lo zio – ieri sera non ha ricevuto la sua chiamata. La mamma non ha avuto il suo bacio e a me è mancata la sua telefonata. Mi chiamava number one, io gli rispondevo chiamandolo allo stesso modo. E finita così, senza motivo».

L’avvocato della famiglia conferma: «Gli esami lo dimostrano, Luca era in perfetta forma»

Questioni di droga? «No, noi eravamo lì per guardare il fratellino più piccolo che stava dentro al pub. Luca non è quello che dicono, Luca è l’amore non ci sono altre definizioni». L’ha detto al Tg1 Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata. Gli aggressori «non li ho visti in faccia. Ho sentito solo la voce del ragazzo. Aveva un accento romano. Mi ha detto damme sto zaino. È una cosa che non supereremo mai, Luca rimarrà nei nostri pensieri sempre. Questa è un’ingiustizia. Sono dei mostri».

Piange Anastasiya: «Luca ha tentato di proteggermi. Se invece si fosse nascosto, magari non sarebbe successo nulla. Ma io ero a terra, avevo preso una botta in testa. Ho visto tutto bianco, non capivo».

 

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