Nobel letteratura, doppio premio alla polacca Olga Tokarczuk e all’austriaco Peter Handke
Nobel per la letteratura: doppio premio a Olga Tokarczuk e a Peter Handke. Sono vincitori, rispettivamente, per il 2018 e il 2019.
La decisione di assegnare due Nobel in un solo anno (unico precedente nel 1950) arriva dopo lo scandalo per molestie che nel 2018 colpì il marito di una giurata dell’Accademia di Svezia, il fotografo e regista Jean Claude Arnault. Il riconoscimento perciò lo scorso anno non c’è stato ed è stato rimandato a quest’anno.
Nobel, chi è Olga Tokarczuk
La scrittrice polacca Olga Tokarczuk, insignita del Premio Nobel per la Letteratura 2018, è nata il 29 gennaio 1962 a Sulechów e ha studiato psicologia a Varsavia. È scrittrice e poetessa tra le più acclamate della Polonia e in trenta paesi circolano i suoi libri. Il romanzo “I vagabondi” (Bompiani) le è valso il Man Booker International Prize 2018 ed è stato finalista al National Book Award.
Olga Tokarczuk è l’autrice polacca più nota in patria (per tre anni consecutivi i suoi libri sono stati votati come i più amati dai lettori). Insignita di numerosi premi letterari, tra cui nel 2015 il riconoscimento letterario più prestigioso della Polonia, il Nike (e il Nike Readers’ Prize).
Con la casa editrice Nottetempo ha pubblicato “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” (2012) e “Nella quiete del tempo” (2013), che ha vinto uno dei più prestigiosi riconoscimenti polacchi, il Premio della Fondazione Koscielski.
Nobel, chi è Peter Handke
Lo scrittore austriaco Peter Handke è tra i più importanti autori contemporanei ed è noto per vari e provocatori successi teatrali (“Insulti al pubblico”, 1966; “Kaspar”, 1968).Tra i romanzi più noti “Breve lettera del lungo addio”, 1972; “Infelicità senza desideri”, 1972; “La donna mancina”, 1976.
Intellettuale scomodo e mai accomodante, durante gli anni ’90 il controverso Peter Handke è stato una voce decisamente isolata, all’indomani del disfacimento della ex Jugoslavia. Ha sempre difeso il diritto dei serbi contro i croati, contro i bosniaci, contro i kosovari, e per questo ha suscitato incomprensioni, antipatie, se non odi. Con i bombardamenti su Belgrado, una capitale europea, “è morta l’Europa ed è nata l’Unione Europea”, disse lo scrittore austriaco suscitando infine polemiche e discussioni.