Niccolai, a Pisa una rotonda intitolata al deputato missino. E la sinistra parla di vergogna…
Giuseppe Niccolai, ex deputato missino, ricordato a Pisa con l’intitolazione di una rotonda. Scrive L’Arno.it: “Sono tre i politici ricordati dalla Giunta pisana. Un democristiano (Carlo Ciucci), un comunista (Giuseppe De Felice) e un missino (il sopracitato Niccolai)”.
Ma la scelta toponomastica non trova d’accordo certa sinistra locale, che parla di “vergogna intollerabile”.
Cosa si imputa a Niccolai? Così argomenta la lista di sinistra Diritti in Comune: “Per tutta la vita non si è mai pentito di essere fascista. E anzi ha approfittato degli spazi democratici garantiti dall’ordinamento costituzionale per continuare a fare una propaganda fascista profondamente antidemocratica”.
Parole di persone ignoranti. Nel senso che ignorano il tasso di “eresia” del fascismo di Niccolai, interessato al dialogo tra destra e sinistra e fautore del superamento degli opposti estremismi. Ancora, come scrisse sul Secolo Luciano Lanna, “Niccolai sollecitava una rilettura degli errori compiuti nei confronti della contestazione giovanile del ’68, verso i nuovi fermenti culturali che stavano emergendo sin dalla fine degli anni Settanta e, soprattutto, in tema di diritti civili, garantismo e politica estera”.
Beppe Niccolai e il caso Sofri
Quando, nel 1988, esplode il caso Sofri, Niccolai scrive una lettera al Secolo per difendere l’ex leader di Lotta Continua. La stessa Lotta Continua che gli aveva scatenato contro la piazza a Pisa nel 1972. Durante gli scontri con la celere morì l’anarchico Franco Serantini, un lutto che Niccolai ricordò sempre con dolore e rispetto.
Non si contano le prese di posizione eretiche di Beppe Niccolai, dalla riscoperta di Berto Ricci allo storico odg approvato dal comitato centrale del Msi in difesa di Craxi per la crisi di Sigonella. Altro che “propaganda fascista”. Niccolai non era un nostalgico della guerra civile come gli antifascisti odierni. Credeva nel dialogo e nel confronto tra le giovani generazioni.
Sognava un’Italia “meno nevrotica e meno lacerata”. Sognava di ricucire lo strappo con le origini socialiste del fascismo al punto da mettere in discussione la stessa etichetta di “destra”.
Fratelli d’Italia di Pisa definisce Niccolai uno dei più grandi politici del secondo Novecento e promuove un convegno in ricordo dell’esponente missino nel trentennale della scomparsa.
L’assessore Filippo Bedini, uno dei maggiori promotori dell’intitolazione, spiega che nel 2013 il sindaco Filippeschi, in modo arbitrario e arrogante, prevaricando la volontà del Consiglio che aveva votato la mozione, disse no all’intitolazione della rotonda. “Ecco perché si è arrivati al pronunciamento della Giunta attuale, che restituisce dignità ai pronunciamenti ufficiali del Consiglio Comunale”.