Nardella incalza Zingaretti: resto nel Pd. Ma basta galleggiare, serve un congresso straordinario

25 Ott 2019 14:26 - di Stefania Campitelli

Da fedelissimo di Renzi a sfidante. In un’intervista a Repubblica, il sindaco di Firenze Dario Nardella incalza Nicola Zingaretti e chiede un cambio di passo del Pd di fronte al protagonismo del leader di Italia Viva. In cambio della lealtà al governatore del Lazio, dopo aver rifiutato le sirene della scissione, il primo cittadino di Firenze, dà la sveglia al partito. Critico sul duello a distanza tra Renzi e Zingaretti: «Dobbiamo smettere di becchettarci a vicenda. Renzi e Zingaretti si parlino direttamente».

Nardella dà l’altolà al partito

Basta giocare di rimessa. «Non possiamo svegliarci – dice Nardella nella lunga intervista – non possiamo alzarci tutte le mattine e chiederci cosa fa Renzi». Non basta galleggiare per mantenere l’equilibrio a Palazzo Chigin né il Pd può essere l’unico a mostrare responsabilità verso il governo.  «La nostra ambizione deve essere un nuovo protagonismo, non la sopravvivenza». I sondaggi impietosi lo dimostrano:  di fronte al calo del 4 per cento rispetto alle europee maggio serve ripartire dai programmi con nuove parole d’ordine. Anche per parlare con i moderati che certo non hanno apprezzato l’alleanza di governo con i 5Stelle.

Subito un congresso straordinario per sfidare Renzi

Secondo l’ex renziano doc serve un congresso straordinario su temi e idee. «Per rifonderai – dice Nardella – per ritrovare identità e Dna, rilanciarci». A partire dal nome. «Perché non ci chiamiamo Democratici», lancia la sfida a  Zingaretti.  Il messaggio è chiaro: più intraprendenza. «Non possiamo perderci dietro al correntismo sterile e autoreferenziale, basta tattica. Se Italia Viva tira fuori le tasse, noi rilanciamo su una vera riforma fiscale».

La proposta di una rifondazione, a cominciare dalla cancellazione del termine partito apre un nuovo fronte interno. Proprio il governatore della Toscana, Enrico Rossi, da Facebook rispedisce al mittente l’idea del sindaco di Firenze. «Non solo bisogna mantenere la parola partito, ma soprattutto un vero partito andrebbe costruito. Inoltre aggiungerei un riferimento al socialismo. La mia proposta, se si dovrà scegliere un nuovo nome, è “Partito socialdemocratico”, o qualcosa di simile, come ad esempio, “Partito dei socialisti e democratici”. D’altra parte così si chiamano in Europa tutti i socialisti, al cui gruppo e al cui partito aderiamo».

Commenti

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  • Andrea 25 Ottobre 2019

    Rossi ha ragione, in effetti all’ Italia manca davvero un altro Partito ..