Mazzette all’Anas: così i dirigenti chiudevano gli occhi su appalti truccati e lavori non fatti

29 Ott 2019 12:10 - di Redazione
anas

Nei guai due dirigenti dell’Anas che avrebbero ricevuto mazzette per 65mila euro da un imprenditore triestino. Indagate sette persone, anche per il reato di falso. Nell’inchiesta risultano coinvolte tre società ed è stata sequestrata complessivamente la somma di 640mila euro. L’operazione “Strade salate”, coordinata dalla procura di Trieste e condotta dalla Guardia di finanza, ha fatto emergere un sistema di frode e illeciti negli appalti per i servizi di manutenzione delle strade. Oltre che di pronto intervento, di sgombero della neve e di spargimento di sale. La stazione appaltante, l’Anas SpA, è risultata truffata per oltre 500mila euro.

La «doppia contabilità» per truffare l’Anas

Secondo le indagini, esisteva una collusione tra il direttore operativo della partecipata pubblica, che era responsabile esecutivo delle gare, e l’amministratore di una S.r.l. triestina appaltatrice. Il funzionario pubblico, peraltro, in passato era stato dipendente della stessa Srl. Le indagini hanno rivelato una rendicontazione di lavori e di interventi sistematicamente gonfiata con «doppia contabilità». Gli investigatori hanno appurato che la società si faceva pagare da Anas molti più interventi rispetto a quelli realmente effettuati. Un caso non isolato in Italia.

Gli operai all’estero invece che al lavoro

Dai riscontri incrociati è emerso, poi, che alcuni operai indicati come al lavoro si trovavano in realtà in posti diversi. Alcuni, ad esempio, in vacanza all’estero, altri a una festa di matrimonio in Sicilia. Quelli di un’altra società indagata, del bellunese, poi, risultavano presenti in cantiere, ma agli inquirenti hanno dichiarato di non aver mai lavorato sulle strade del Friuli Venezia Giulia. Così, alla luce degli accertamenti, è risultato che i costi realmente sostenuti dalle aziende erano sempre inferiori a quelli di aggiudicazione delle gare. E che, a fronte degli indebiti guadagni, l’amministratore della S.r.l. pagava «mazzette» al direttore operativo e ad un altro dirigente dell’Ente. Una ricompensa per aver ”chiuso gli occhi” davanti agli illeciti, che è concretizzata in lavori di ristrutturazione di un appartamento per un valore di 65mila euro.

Dieci denunciati, tra persone e società

Dieci i denunciati a vario titolo: gli amministratori della S.r.l. e di altre due imprese sub appaltatrici nonché i due funzionari pubblici di Anas, per concorso in «truffa aggravata», «falso ideologico in atto pubblico» e «corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio». Inoltre il Gip, in considerazione del solido quadro probatorio, ha disposto il sequestro preventivo «per equivalente» di complessivi 640mila euro nella disponibilità degli indagati, frutto degli illeciti consumati tra il 2014 e il 2017.

Commenti

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  • MICHELE MASTROMARINO 29 Ottobre 2019

    Davvero? Ma non ci posso credere!! Impostate gare di appalto credibili, con importi minimi e massimi, e tempi di consegna certi, e vedrete che le aziende saranno costrette a partecipare in modo serio e non ci sarà modo di creare spazio per mazzette.