Massacri in Siria, Fratelli d’Italia: “Il governo se ne lava le mani, Conte si piega a Erdogan”
Fratelli d’Italia voterà contro la risoluzione di maggioranza sul conflitto in Siria. Un testo ambiguo, «che avalla la inazione di un governo oggi assente in Aula. No, perché non vogliamo essere complici di questo atteggiamento pilatesco dell’Italia». Parola di Adolfo Urso che punta l’indice contro la risoluzione. Molto distante dalla posizione dura contro Erdogan sbandierata dal governo Conte.
Fratelli d’Italia contro la risoluzione del governo
«Nel testo – osserva il senatore di Fratelli d’Italia – non trovo nulla di quanto dichiarato nei giorni scorsi dal Pd. Non trovo nulla di quanto si era impegnato a fare il ministro Di Maio alla Camera il 15 ottobre. E il presidente del Consiglio Conte il 16 di ottobre in aula al Senato».
Al contrario – sottolinea Urso – trovo «una risoluzione in cui di fronte al sangue dei Curdi il governo se ne lava le mani. E dico il 17 di ottobre, perché quel giorno c’è stata una telefonata fra Conte ed Erdogan. Che le agenzie ci dicono infuocata. Ma che non ha cambiato l’atteggiamento della Turchia bensì del nostro governo. Erdogan continua nel suo massacro in Siria e l’Italia si ritira, ora dopo ora».
Conte fa un passo indietro su Erdogan
Quella telefonata infuocata – conclude Urso – ha evidentemente convinto Conte a fare marcia indietro, a lui ma non al Parlamento italiano. «A me sarebbe piaciuto che il governo avesse assunto lo stesso atteggiamento del Congresso degli Stati Uniti. Che poche ore fa ha approvato all’unanimità sanzioni alla Turchia, così come ha fatto il Parlamento europeo pochi giorni fa con una propria risoluzione. Per questo voteremo invece tutte le altre risoluzioni che, se anche in misura minore rispetto alla nostra, impegnano il governo ad agire invece di fuggire»
Intanto La Turchia ha convocato l’ambasciatore americano ad Ankara, David Satterfield. Una reazione contro la Camera dei Rappresentanti che ha riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno con una risoluzione che ha suscitato le ire del Paese di Erdogan.