Manovra, governo travolto dalle proteste. Famiglie e categorie scatenate: così ci uccidete
Freddezza, scetticismo, proteste e tanta rabbia. Il progetto della nuova legge di Bilancio scontenta tutti e non promette crescita. Quanto afferma Cottarelli è un po’ la sintesi del problema. Con questo governo non si andrà avanti. La manovra «evita il rischio di andare a uno scontro con i mercati e con l’Europa. Ma non vedo cose che possano portare a una maggiore crescita», dice l’economista. A margine dell’assemblea di Assolombarda al Teatro “La Scala” di Milano, si dice scettico anche sul tema evasione: «Bisogna però essere prudenti con le stime di quanto si ottiene. Incentivare l’uso delle carte di credito è un deterrente che può funzionare, ma 7 miliardi mi sembrano tanti».
Famiglie, agricoltori e dipendenti
La preoccupazione delle famiglie è molto diffusa e va di pari passo con le proteste di un po’ tutte le categorie. I dipendenti pubblici protestano perché mancano i fondi per i rinnovi contrattuali. Agricoltori e autotrasportatori temono il taglio dei sussidi sui carburanti. Nel settore dei servizi tutti hanno paura della nuova stretta annunciata sull’evasione fiscale, dalla quale il governo conta di ricavare gran parte delle risorse necessarie per il 2020, 7 miliardi su 29. E poi protestano le famiglie, spaventate da una stretta sul sommerso per colf e badanti. L’ipotesi di trasformarle in sostituti d’imposta è dietro l’angolo. Dovendo cioè versare le tasse per conto dei propri dipendenti: «Sarebbe intollerabile fare cassa a spese delle famiglie», dice Assindatcolf. Per non parlare delle nuove tasse che si proflano sulle case. Vera e propria patrimoniale nascosta.
Manovra: «Questo governo non ci fa crescere»
Tremano gli imprenditori che si attendono una stangata fiscale da oltre 75 miliardi di euro tra il 2020 e il 2022. Nei prossimi tre anni le tasse e i contributi previdenziali saliranno di 75,3 miliardi, rileva il Centro studi di Unimpresa. «I numeri dicono sempre la verità e smascherano le prese in giro del governo. Le promesse politiche da una parte e i numeri dall’altra. «Le imprese avrebbero bisogno di pagare meno tasse e invece ne pagheranno sempre di più». E’ il commento del vicepresidente di Unimpresa, Andrea D’Angelo. La manovra prefigurata dal governo «non cambia nulla, sarà un anno di stasi» e «lascia il paese esposto al rischio», ribadisce all’Adnkronos Carlo Cottarelli. Il che vuol dire che tutti i sacrifici che la manovra imporrà agli italiani saranno inutili. Con uno spettro: «il rischio è che se non ti muovi o se spendi in deficit, se poi cambia lo scenario, ti ritrovi a fare quello che fu costretto a fare Monti». Si aggiunge la protesta dei commercialisti: «Troppi errori e correzioni. Per noi è impossibile rispettare le tempistiche», dice il loro presidente, swdoncertato per il Aspo ai professionisti che sbagliano.
Per trovare una manovra simile occorre rifarsi al 1876, quando l’allora Governo, al fine di contribuire al risanamento delle finanze pubbliche, inventò la tassa sul macinato , un’imposta nel Regno d’Italia sulla macinazione dei cereali in genere:
«Il mugnaio doveva pagare al fisco la tassa in ragione dei giri; ma a seconda della diversità tra mulino e mulino, anzi da macina a macina, il prodotto di un ugual numero di giri variava… si aggiunga che il mugnaio, tenuto a pagare la tassa in ragione dei giri, nel farsi rimborsare dal cliente… doveva e non poteva altrimenti che conteggiargli la tassa secondo il peso. E giri e peso non andavano mai d’accordo; e fisco, mugnai, clienti, ognuno si riteneva danneggiato e derubato e ingannato.