Mangia fungo nel giardino dell’asilo: bimbo ricoverato a Livorno
Un bambino ospite del nido d’infanzia comunale Zerotre, a Livorno, nella mattinata di ieri, mentre si trovava in giardino, ha raccolto e mangiato una piccola porzione di un fungo. Le operatrici hanno condotto il piccolo immediatamente in ospedale per accertamenti. Sul posto è intervenuto l’ispettore micologico dell’Asl il quale ha rilevato che il fungo mangiato dal piccolo non appartiene ad una specie tossica.
Chiuso il giardino del nido livornese
Gli operatori del 118, accorsi prontamente ed il medico del pronto soccorso, hanno verificato le buone condizioni di salute del bambino, ma hanno valutato l’opportunità di trattenerlo soprattutto per scongiurare reazioni allergiche, lo dimetteranno in giornata. L’ispettore micologico ha evidenziato che nel giardino sono presenti molte altre specie di funghi, in alcuni casi tossici. Il Comune di Livorno, pertanto, ha ritenuto, spiega una nota, «conveniente chiudere il giardino del nido comunale Zerotre fino a verifica accurata ed interventi di pulizia».
Vittime del fungo anche tra gli adulti
In questo periodo dell’anno, molte persone corrono rischi seri ingerendo funghi tossici. A Genova, un uomo di 50 anni è stato ricoverato lunedì, insieme con la moglie, per un presunto avvelenamento da funghi. L’uomo è stato trasferito dall’ospedale Galliera al San Martino per valutare la possibilità di un trapianto del fegato; le condizioni della compagna invece sembrano in miglioramento. L’avvelenamento è da amanita falloide, uno dei funghi più pericolosi esistenti in natura.
Ricoverata al Galliera anche una giovane 19enne per un’altra sospetta intossicazione da amanita falloide. «Sono in corso accertamenti», spiegano dall’ospedale di Genova, dove, a causa dei funghi, è tenuta in osservazione una quarta donna, quarantenne, le cui condizioni però non destano particolari preoccupazioni. Un altro caso, in queste ore, è registrato a Domodossola. Una turista straniera è ricoverata in rianimazione. Lo donna si è sentita male dopo averli cucinati e mangiati poiché si trattava di una specie velenosa.