Mafia capitale, la Cassazione fa chiarezza e dice no: «Non fu associazione mafiosa»

22 Ott 2019 20:44 - di Redazione
Mondo di mezzo

Mafia capitale? No. La Cassazione ha deciso: non fu associazione mafiosa. Dopo una lunga Camera di Consiglio è arrivata la sentenza. I giudici della VI sezione penale, presieduta da Giorgio Fidelbo, hanno deciso che il sodalizio – guidato dall’ex Nar Massimo Carminati e dall’ex Ras delle cooperative Salvatore Buzzi – non era un’associazione mafiosa. La sentenza su “Mafia Capitale”, che non riconosce il 416b is, reato caduto in primo grado ma ammesso in Appello, giunge a cinque anni dall’operazione che con due retate, il 2 dicembre 2014 e il 4 giugno 2015, ha portato all’arresto rispettivamente di 37 e 44 persone.

Il verdetto dei giudici della Suprema Corte è arrivato alle 20 dopo tre giorni di udienze fiume con la requisitoria dei tre sostituti procuratori generali Luigi Birritteri, Luigi Orsi e Mariella De Masellis, terminata con la richiesta di conferma delle condanne dell’Appello e le arringhe dei difensori.

Sentenza su Mafia capitale, i primi commenti politici

«Altro che mafia capitale, la Banda Raggi è arrivata in Campidoglio grazie a un’inchiesta che con la mafia non c’entrava nulla. E chieda scusa a una città che ha contribuito a infangare in questi anni», ha scritto Francesco Storace su Twitter.

«Giustizia è fatta», ha detto Francesco Giro, senatore di Forza Italia. «Ho pianto a dirotto per la tensione e l’emozione. Forza Luca! Gramazio libero! Tiratelo fuori! Raggi dimettiti! No allo sciacallaggio politico».

Parlano gli avvocati

«Era una storia giuridicamente un po’ forzata. Per annullare senza rinvio vuol dire che la Cassazione l’ha ritenuta giuridicamente insostenibile», ha detto l’avvocato Cesare Placanica, difensore di Massimo Carminati.

«Roma è liberata dalla mafia. È stata scritta una pagina finalmente chiara. Credo che il tempo mi abbia dato ragione. Soprattutto questo collegio che nessuno potrà mai delegittimare. La vita di Buzzi da questo momento e cambiata, potrà guardare al suo futuro». Lo ha detto a sua volta  il difensore di Salvatore Buzzi,  Alessandro Diddi.

«Questa è la sconfitta del modo di fare i processi di Pignatone e del Ros di Roma», ha affermato l’avvocato Giosue’ Naso, difensore di Riccardo Brugia

Commenti

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  • maurizio pinna 22 Ottobre 2019

    Diceva qualcuno: le parole sono piombo. E allora perché si consente COSTANTEMENTE al rosso mucchio selvaggio di svillaneggiare gli altri? Usando termini impropri, non solo , ma di costruire dei teoremi su tali epiteti. Roma capitale ma non solo, basti pensare a ciò che ha scritto l’intelligencija di sinistra sui partecipanti alla manifestazione di sabato scorso: retrogradi, quindi fascisti e nazisti, non vi erano tracce palesi come non vi erano per Roma capitale, ma per loro non potevano non essere fascisti , nazisti e mafiosi. E poi da ignoranti storici quali sono sempre stati, perché non usare anche il termine falangisti oppure zaristi, magari anche peronisti? Le parole sono piombo, ma la sinistra se ne frega delle vite degli altri e pur di colpire usa il primo “bastone” che trova!